Domenica 07 Settembre 2025 | 01:51

Quindici omicidi in un anno: Foggia è in emergenza ma nessuno se ne accorge

 
Filippo Santigliano

Reporter:

Filippo Santigliano

Quindici omicidi in un anno: Foggia è in emergenza ma nessuno se ne accorge

Una spia, se vogliamo, di un malessere che andrebbe contrastato non solo con le risposte giudiziarie (quando arrivano) ma anche con imponenti misure sul fronte dell’assistenza sociale o del welfare più in generale

Mercoledì 28 Dicembre 2022, 14:09

Quindici omicidi per tratteggiare la geografia del crimine, spesso impunito. Da Foggia a Cerignola, da Manfredonia a San Severo, da Apricena a Orta Nova, da Zapponeta a Marina di Lesina. È sufficiente unire i puntini come nelle vignette della Settimana Enigmistica per far emergere un quadro sempre più preoccupante della Capitanata, una provincia regione (più grande della Liguria) ma dotata di un solo Tribunale e di una procura che deve fare i conti con una criminalità sempre più arrogante e con una tenuta sociale a rischio se è vero che tre dei quindici assassinii sono stati firmati da «minorenni».

Una spia, se vogliamo, di un malessere che andrebbe contrastato non solo con le risposte giudiziarie (quando arrivano) ma anche con imponenti misure sul fronte dell’assistenza sociale o del welfare più in generale.

Eppure nonostante il grido d’allarme (ultimo quello del procuratore Vaccaro che proprio sulla Gazzetta aveva chiesto il potenziamento dei presidi giudiziari), la risposta dello Stato è che «è tutto sotto controllo», se è vero che anche l’attuale Governo in queste prime battute non ha fornito alcuna speranza per l’istituzione richiesta da decenni della Corte d’appello, della Dda e del Tribunale per i minorenni a Foggia, presidi giudiziari indispensabile per arginare una deriva minacciosa.

I dati sono inquietanti visto che rispetto allo scorso anno, nonostante il potenziamento degli organici «mobili» di Polizia e Carabinieri (forse servirebbero soggetti che conoscono di più il territorio), il numero degli omicidi è salito da 11 a 15 con sedici vittime perché in un caso ci sono stati due morti (padre e figlio a Cerignola).

Otto in tutto i casi definiti. Gli 8 delitti risolti, va detto, sono una risposta a una delle tante maglie nere della Capitanata assegnate da statistiche e classifiche, in questo caso quella del maggio scorso che posiziona la provincia di Foggia al secondo posto in Italia per omicidi impuniti. Ma i numeri vanno anche letti. Degli 8 delitti scoperti, i sospettati si sono costituiti in 4 casi: gli omicidi di Salvatore Lombardi dell’8 aprile e di Francesco Pio D’Augelli del 18 luglio commessi da minorenni a San Severo; quello di Nicola Di Rienzo del 27 novembre a Foggia ammazzato sempre da un minore; e di Andrea Gaeta a Orta Nova ucciso il 3 settembre da Mirko Tammaro. In altre 3 circostanze i presunti autori sono stati trovati sulla scena del delitto nell’immediatezza del fatto: il parricidio di Ennio Pompeo Favilla del 28 ottobre a San Severo; il femminicidio di Giovanna Frino del 16 dicembre a Apricena; l’accoltellamento a morte del romeno Ion Meluselu l’8 settembre nelle campagne di Manfredonia dopo un litigio con un connazionale. Nell’ottavo caso, il duplice omicidio di Gerardo Cirillo e del figlio Pasquale Davide nelle campagne di Cerignola scoperto il 31 luglio, le indagini e le intercettazioni hanno portato al fermo 3 giorni dopo del bracciante Giuseppe Rendina, di Trinitapoli che a fine settembre ha confessato.

Colpisce e non poco invece il fatto che tra gli omicidi irrisolti ci siano ben cinque maturati nel mondo della criminalità: a Foggia uccisi a colpi di pistola Roberto Russo il 25 marzo; Alessandro Scrocco il 17 maggio; Alessandro Scopece l’11 luglio; e Agostino Corvino del 3 novembre; a Marina di Lesina il 13 agosto agguato fatale per il sanseverese Maurizio Cologno. Nessun arresto eseguito anche per le morti a colpi d’arma da fuoco di Giuseppe Ciociola, agricoltore ammazzato nelle campagne di Zapponeta il 12 marzo (sospettato il bracciante poi arrestato per il duplice omicidio di Cerignola); e di Gerardo Lorenzo Tammaro del 3 ottobre a Orta Nova, padre di Mirko arrestato un mese prima per l’omicidio Gaeta.

Uno scenario complessivamente allarmante che si unisce a quella povertà ambientale ed educativa che spesso conduce alle devianze, complice anche la scarsa propensione al recupero di spazi sociali e fisici dal degrado, oltre alla mancanza cronica di lavoro. Foggia e la Capitanata chiudono così il 2022 con l’ennesimo grido d’allarme e con una impotenza - dettata anche dal vuoto della rappresentanza e non solo della classe politica - che dovrebbe far arrossire chi ad esempio prepara bandi e appalti, anche del Pnrr: a Foggia 108 euro per abitante contro i 2300 di Brescia (ma anche di Bari) e una media nazionale di 570. Insomma, le premesse per allargare il divario economico sociale ci sono tutte e negli spazi lasciati liberi si infila una criminalità pronta a sfruttare il disagio anche per ottenere consenso sociale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)