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Mare e incubo auto, l’unica soluzione è scommettere sui bus

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

Traffico autostrade intenso

Traffico autostrade intenso

La provocazione nasce spontanea: come raggiungere il mare dal centro di Bari senza l’auto?

Domenica 05 Giugno 2022, 15:11

16:31

Code infinite, caldo infernale, tempo sprecato in auto e l’umore che da festoso diventa iroso. È la fotografia di come una giornata di relax in Puglia, si possa trasformare facilmente in un incubo. La colpa? Traffico insostenibile aggravato da una delle piaghe tipiche dell’estate: i lavori sulle strade. In particolare sulla SS16 direzione Sud verso Polignano a Mare, Monopoli o il Salento. Per lunghissimi tratti di strada, anche - e soprattutto - per via del cantiere che da mesi interessa il tratto tra Cozze e Monopoli (e che rimarrà aperto fino al 20 giugno e speriamo non oltre...), gli avventori delle giornate al mare restano spesso e volentieri imbottigliati sull’asfalto, fermi per ore, sotto il caldo asfissiante e impossibilitati anche a «svincolarsi» su una complanare. L’ingorgo principale si crea subito dopo il capoluogo pugliese dove orde di auto si riversano quotidianamente sulla strada per raggiungere le località marittime del litorale adriatico. Un tratto di appena trenta chilometri che fa letteralmente sudare. La polemica c’è e si fa sentire, si direbbe anche a ragion veduta, ma per una volta proviamo a pensare in maniera alternativa. La provocazione nasce spontanea: come raggiungere il mare dal centro di Bari senza l’auto?

Apriti cielo: il treno che collega Bari a Monopoli o a Polignano c’è, è vero, ma ferma nel cuore delle varie città e, a meno che non ci si porti dietro una bicicletta o un monopattino, arrivare con i piedi direttamente sulla sabbia risulta un po’ complesso. Una valida opzione sarebbe quella di mettere a disposizione a partire dal capoluogo pugliese una serie di navette che colleghino Bari al litorale. Private o pubbliche non fa differenza, ma sarebbe una piccola rivoluzione. In primis mentale perché in un posto «normale» muoversi con i mezzi non dovrebbe essere un’odissea e mentre tutti noi ci ostiniamo a muoverci sulle quattro ruote, magari mettendoci tre ore per fare quei trenta chilometri tra Bari e Polignano, in Germania si paga un biglietto unico fisso per i mezzi pubblici a 9 euro al mese (avete letto bene 9 euro al mese) per viaggiare in tutto il Paese, con più di un beneficio: combattere il caro benzina e l’inflazione, aggiungendoci quella spruzzata di green che non guasta mai e che ridurrebbe drasticamente l'inquinamento da smog. Se ne gioverebbe anche il turismo permettendo agli «stranieri» in Puglia di muoversi con i vari collegamenti verso il mare in totale libertà. Magari concependo più corse nei giorni festivi o in tutto il periodo estivo, soprattutto ad agosto, così da poter pianificare gite ed escursioni senza dover andare ogni volta in tilt. Nel Tacco qualche esempio virtuoso già c’è, basti pensare alle navette che collegano Lecce alle spiagge salentine. Quindi perché non esportare questa modalità anche nel Barese?

Certo, questo vorrebbe dire investire di più sul trasporto pubblico, fare più convenzioni a livello regionale con i privati, assumere personale, costruire infrastrutture degne di questo nome, produrre e manutenere i bus, ma la differenza tra chi vuole progredire e chi no, sta semplicemente nelle azioni e nelle intenzioni. In fin dei conti un paese civile si misura anche dall'efficienza dei trasporti. Sarà un’idea banale, poco fantasiosa, ma sicuramente utile. Per farlo occorrerebbe un piano degli spostamenti, un progetto di mobility management (azione attuativa già prevista - lo ricordiamo - all’interno del famoso PUMS, Piano Urbano di mobilità sostenibile della Città Metropolitana di Bari) che dovrebbe organizzare la mobilità di persone anche per poli attrattori turistico-stagionali.

Non basta creare insediamenti commerciali o dedicati al tempo libero senza preoccuparsi minimamente del traffico, della congestione stradale e di tutte le implicazioni negative dell’uso esclusivo della macchina. Insomma non basta riempire la città di monopattini elettrici per mettersi la coscienza a posto in termini di ecologia dei trasporti. La mobilità va pianificata e gestita. Tutto il resto sono parole al vento, che se soffiasse un po’ più forte forse rinfrescherebbe la permanenza degli automobilisti incalliti sulla Statale 16 o su qualsiasi altra strada di Puglia.

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