A sbugiardare Salvini che facendo un po’ di turismo politico voleva rifarsi l’immagine ci ha pensato il sindaco ucraino rifilandogli uno schiaffo morale che non si dimentica. Ma lasciamo perdere l’innamorato che esibiva la maglietta con l’immagine di Putin e si «sentiva più sicuro a Mosca che a Parigi o a Bruxelles». Lasciamo stare anche Luciano Canfora, almeno è coerente: da mezzo secolo irride e disprezza la democrazia liberale ed esalta la democrazia dei soviet. E lasciamo cadere anche le obiezioni di quelli che si dichiarano imparziali e arrivano persino - bontà loro! - a criticare l’invasione russa, ma solo come «passaporto» a più sofisticate analisi che distribuiscono i torti e le ragioni tra l’invasore e l’invaso. Invece non può proprio passare la pretesa di trasformare la guerra di aggressione di Putin in una guerra di legittima difesa dall’accerchiamento della Nato. Accerchiamento? Ma come si fa ad accerchiare la Russia? Ogni tanto, prima di fare vacui discorsi geopolitici, bisognerebbe dare almeno un’occhiata a una carta geografica. La Russia è il paese più grande del mondo, si estende su due continenti, l’Europa e l’Asia e anche soltanto la sua parte europea è grande quanto tutta l’Ue. Dunque, la Russia non può essere accerchiata e nemmeno invasa. I soli ad averci provato - Napoleone e Hitler - sono finiti malissimo. Le uniche invasioni riuscite della Russia furono quelle da oriente. I tartaro mongoli dell’Orda d’oro di Gengis Khan sottomisero e per due secoli dominarono il principato scandinavo e slavo di Kiev e crearono un vasto stato autocratico intorno a Mosca dove impressero l’indelebile impronta del dispotismo orientale.
Ripassata la storia e la geografia veniamo alla politica. L’Ucraìna è da sempre una nazione con un territorio, una lingua e una cultura proprie, ed è uno stato sovrano e indipendente dal 1991, da quando Gorbaciov sciolse l’Unione Sovietica. Ha un seggio all’ONU, ambasciate in tutto il mondo e, a sua volta, la capitale Kiev è sede di tutte le rappresentanze estere riconosciute. Nel 2013 il presidente eletto, il filo russo Yanukovic, stracciando il trattato di cooperazione commerciale con l’Unione Europea provocò una sollevazione popolare poi, fallita la brutale repressione della sua gente, fuggì a Mosca. Putin reagì occupando la Crimea e il Donbass. Due mesi fa ha scatenato una guerra fatta di bombardamenti a tappeto su tutte le città ucraìne, dalla capitale Kiev alle altre città e centri abitati, massacrando la popolazione civile e provocando distruzioni di massa di quartieri residenziali, infrastrutture, scuole, ospedali, teatri e chiese. Il motivo addotto da Putin è che l’Ucraìna stava diventando un’ulteriore pedina dell’espansione a est della Nato e che a tale minaccia la Russia aveva il diritto anzi, il dovere di reagire. Come gli ha ricordato l’ex presidente americano Bill Clinton «non è stata la Nato a espandersi a est, sono stati gli ex paesi satelliti dell’Unione Sovietica a scegliere di stare a ovest».
Pacifisti, neutralisti, equidistanti e imparziali dovrebbero chiedersi come mai Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Ungheria, Slovenia, Albania e tutti i paesi che per cinquanta anni sono stati sotto il giogo dell’Unione Sovietica appena questa si è auto dissolta hanno deciso in piena libertà di aderire all’Alleanza Atlantica. Non li sfiora il dubbio che l’abbiano fatto perché - come disse persino Enrico Berlinguer – «sotto l’ombrello della Nato mi sento più sicuro»? Più sicuri in che senso e rispetto a quale pericolo? Tutti sanno qual è la risposta: ieri l’Urss, oggi la Russia. I primi a saperlo sono tutti quei Paesi che hanno imparato dalle loro tragiche esperienze che quando si confina con un paese gigantesco e dispotico, dotato di un mostruoso apparato militare e nucleare, è bene essere protetti da qualcuno altrettanto grande e altrettanto forte da incutere altrettanta paura. Anche l’Italia e l’Europa hanno compreso che non si può essere sicuri se si è inermi e hanno deciso di aiutare l’Ucraìna e di aumentare le spese militari restando ben dentro e non fuori dalla Nato alla quale stanno per aderire nazioni da sempre neutrali come la Svezia e la Finlandia. Tutti pazzi come dice il papa? Purtroppo nel mondo è tornata la politica di potenza. Bisogna contenerla ma il modo più sicuro di non riuscirci è quello di contemplare impotenti la guerra di Putin.