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Il barese Piskv sul tetto del mondo del basket Nba

 
Maria Grazia Rongo

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Maria Grazia Rongo

Il barese Piskv sul tetto del mondo del basket Nba

A Roma il murale dello street artist Francesco Persichella

Mercoledì 31 Agosto 2022, 15:35

Un barese sul tetto del mondo del basket, per il suo talento artistico. Non sembrava vero a Francesco Persichella, artista di origini baresi, quando lo scorso anno l’Nba - la National Basketball Association, la lega di basket professionistica Usa, la più importante del mondo -, lo contattò chiedendogli di partecipare al progetto «Nba creator series». Così ieri a Roma, in via Bartolomeo d’Alviano, su un muro che si trova di fronte a Villa Blanc dove c’è un campetto di basket frequentato da tantissimi ragazzini è stato svelato il murales dal titolo «I feel this game» realizzato da Persichella.

«Nba creator series» comprende una serie di opere d’arte originali commissionate ad artisti provenienti da Francia, Grecia, Italia, Spagna e Regno Unito per celebrare la storica stagione del 75° anniversario della lega, coinciso con la stagione 2021-22. Nato a Bari e cresciuto a Canosa Di Puglia (ora vive a Roma), 29 anni, Francesco Persichella, in arte «Piskv», è un architetto e artista visivo. Da sempre interessato all’architettura e all’arte, ha trovato la sua sintesi attraverso la street art, dove interagisce con il contesto architettonico, valorizzandolo attraverso la bellezza della rappresentazione. Il suo percorso artistico si è sviluppato a Roma, dove ha realizzato numerosi interventi e partecipato a mostre ed eventi. L’opera di Piskv è stata pubblicata ieri su tutti i canali social NBA (Facebook (@NBAItalia), Instagram (@NBAEurope), Twitter (@NBAItalia) e YouTube (@NBAEurope), e sarà visibile per tutta la settimana.

Persichella, come nasce questa sua avventura con l’NBA?

«Per me è stata una grandissima sorpresa. Giusto un anno fa, a settembre, sono stato contatto dall’Nba Europe tramite mail, perché volevano far partire questo progetto a livello europeo nel quale volevano coinvolgere un artista per diverse nazioni, per raccontare il settantacinquesimo anniversario della lega americana. Con ognuno degli artisti volevano creare un’opera peculiare. Nel mio caso avevano pensato di realizzare un murale dedicato al basket americano e a quello italiano, legandosi sia a dei personaggi dell’NBA che però provenissero dalla storia del basket italiano, quindi ho scelto Marco Belinelli e Manu Ginobili».

Ma perché hanno contattato proprio lei? Gliel’hanno spiegato?

«Sicuramente perché ho realizzato già numerose opere dedicate al basket. A Roma ho realizzato un tributo a Kobe Bryant, poi il campo da basket del quartiere San Lorenzo. Sono da sempre un appassionato di basket, lo pratico, quindi già da tempo ho indirizzato la mia arte su questa tematica. La scelta dell’Nba è stata motivata dal coinvolgere artisti che avessero a che fare con il panorama cestistico almeno come appassionati».

Parliamo del suo murale, cosa rappresenta?

«L’abbiamo studiata con l’organizzazione per quel che riguarda la scelta dei protagonisti. L’idea era appunto quella di rappresentare l’Italia nell’Nba, quindi la scelta di alcuni giocatori che hanno fatto la storia sia del basket italiano che di quello americano. Belinelli, italiano, Ginobili argentino di origine italiana, hanno giocato entrambi in Italia, a Bologna, per poi ritrovarsi in America nei San Antonio Spurs, vincendo anche un titolo. Poi ci siamo imbattuti anche nella storia di Valerio D’Angelo, un giornalista appassionato di basket europeo, che ha lasciato una testimonianza nel basket molto grande. È scomparso a causa di una malattia. Abbiamo conosciuto il fratello Damiano. Così abbiamo legato a tutto anche la storia di Valerio che ha raggiunto grandi traguardi nella sua professione. Damiano mi ha passato una foto di lui e Valerio da ragazzini mentre giocano a basket e siccome il murale si trova di fronte a un campetto da basket ho voluto rappresentare sulla base del murale i due ragazzi che giocano a basket e passano la palla ai due giocatori famosi che sono posti più in alto. Nella parte apicale c’è la rappresentazione del titolo Nba e del trofeo. In questo gioco di colori e forme l’idea era quella di raccontare il sogno di due ragazzini che poi giungono alla realizzazione dei propri sogni».

Si è realizzato anche un suo sogno?

«Assolutamente sì. Quando ho letto la mail un anno fa pensavo che fosse un messaggio spam. E invece è stato bellissimo, anche se molto faticoso, partecipare a questo progetto. Inoltre è stato un onore rappresentare i due grandi giocatori e raccontare la storia di Valerio che sarà così ricordata anche da tanti ragazzi in futuro».

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