La quercia a Zeus, l’alloro ad Apollo, l’ulivo e il suo prezioso olio ad Atena, la vite a Dioniso.
Nel mondo greco e romano piante e fiori erano consacrati alle divinità e sottolineavano la presenza degli dei nei vari momenti della vita dell’uomo: dal simposio alle competizioni agonistiche, dai rituali religiosi e funerari alla cosmesi e alla medicina.
Oggi e domenica 21 aprile, in occasione della «Giornata Mondiale del fiore», il Museo archeologico nazionale di Taranto accompagna i visitatori più piccoli (dai 6 ai 12 anni) in un percorso di visita dedicato alle «Essenze divine».
«Il mondo vegetale è ben rappresentato nei reperti custoditi all’interno del MArTA – dice la direttrice del Museo tarantino, Stella Falzone – ed è la testimonianza della continua relazione tra l’uomo e l’ambiente, ma anche dell’evoluzione del paesaggio nel corso del tempo. Piante, fiori e frutti hanno sempre rivestito un ruolo di grande importanza nel simbolismo religioso, nei riti e nei racconti mitici di tutte le civiltà, Greci compresi – dichiara ancora la direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto – ecco perché è facile rintracciare all’interno della collezione permanente del MArTA, forme dell’architettura, modelli decorativi, riproduzioni in ceramica, che raccontano e si intrecciano con le vicende di quelle civiltà ma anche con il culto delle divinità del loro ricco pantheon».
Dai melograni, connessi nelle culture mediterranee al concetto di fecondità, come dimostra un bell’esemplare in terracotta, databile al VI sec. a.C., rinvenuto nell’area della necropoli arcaica di Taranto (contrada Corvisea), al grande cratere a volute di Ceglie del Campo (Bari), degli inizi del IV sec. a.C., raffigurante Dioniso con il capo coronato di foglie d’edera e pampini di vite, passando alle foglie di quercia, albero sacro a Zeus, padre degli dèi, utilizzate nell’ambito della produzione di corone funerarie in lamina d’oro, diffusa a Taranto in età ellenistica. Anche il mondo dei morti, nell’immaginario greco, aveva la sua vegetazione tipica. Sui vasi funerari a figure rosse apuli del IV sec. a.C., compaiono spesso fantasiosi girali, fiori e infiorescenze che sorgono da cespi d’acanto.
Questa vegetazione esuberante, probabile riferimento alla flora dei Campi Elisi, si anima talvolta di teste umane femminili e maschili, come quella con berretto frigio sulla spalla di una loutrophoros del Pittore tardo-apulo del Sakkos Bianco (320-310 a.C.).
Lungo il percorso i giovani visitatori e i loro accompagnatori potranno ammirare tra le altre cose proprio le foglie di edera, i pampini di vite e i fiori di papavero, i motivi floreali sull’orecchino a navicella, sul diadema di Canosa e sulle corone funerarie in oro.
Una visita tematica ma anche una esperienza sensoriale, perché i visitatori, bendati, con il solo senso dell’olfatto proveranno a riconoscere le piante aromatiche e gli oli profumati (aromata) e durante un laboratorio creativo realizzeranno coroncine di fiori e foglie traendo ispirazione dai reperti osservati.
L’esperienza, dalla durata di circa un’ora e mezza, è riservata ai bambini dai 6 ai 12 anni accompagnati da un adulto. Oggi il percorso tematico è programmato alle ore 17.30, mentre il 21 aprile alle 11. Prenotazione obbligatoria al numero di telefono: 099.4532112.
L’attività sarà gratuita per i bambini. Nella stessa giornata, in diversi orari, potranno essere prenotate visite tematiche a pagamento. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Museo Archeologico Nazionale di Taranto all’indirizzo www.museotaranto.cultura.gov.it selezionando la voce «Biglietteria».