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A Lecce teatro e visioni nell’Archivio Barba

 
Gloria Indennitate

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Gloria Indennitate

A Lecce teatro e visioni nell’Archivio Barba

L’Odin tra cimeli, libri, poster, scenografie maschere e «papaveri rossi» multimediali

Giovedì 05 Ottobre 2023, 12:59

LECCE - Ci si sente come «Alice nel paese delle meraviglie» visitando in compagnia di Eugenio Barba Laflis - Living Archive Floating Islands, l’Archivio Vivente delle Isole galleggianti, nelle sale della Biblioteca Bernadini di Lecce (ex Convitto Palmieri). Diciamo subito che non si tratta della consueta mostra statica, magari ricoperta (solo) dalla polvere dei ricordi: qui l’epica lotta tra cosmo e caos nell’ordine artistico si riproduce in materia palpitante, vivente, appunto, nella struttura profonda dell’anima di Eugenio Barba, l’ultimo testimone ed erede del grande teatro del ‘900. Cosa sono le «Isole galleggianti»? È il nome dato ai gruppi di teatro che si crearono dopo il 1968 nel mondo e nel Laflis rappresentano un forziere con 60 anni di documenti unici sulla storia dei teatri di gruppo e sulla pedagogia teatrale. «Sono specialista di teatro e di relazione - ha spiegato Barba -. Relazione con la memoria dei maestri, relazione con gli attori, relazione con lo spazio, con i luoghi dove con il Terzo Teatro quelli senza nome hanno trovato rifugio per coltivare la propria “diversità”. L’Archivio è nato perché qualcuno venne a mettere ordine. All’Odin non si buttava mai niente, me lo ha insegnato mia madre e così ho e abbiamo fatto: Mirella Schino, Valentina Tibaldi, Francesca Romana Rietti, per otto anni, hanno catalogato, tessendo la memoria dell’Odin, Giulia Barrera disse non mettete ordine in questo disordine: alla fine del lavoro hanno scritto una mappa delle presenze, c’erano tutti quelli che “abitavano” nell’archivio».

Il Laflis è un progetto permanente di caratura internazionale su cui la Fondazione Barba - Varley e la Regione Puglia con il Polo Biblio-Museale di Lecce lavorano da oltre due anni e che dà nuovo vigore e contenuti alla sezione della Biblioteca Bernardini dedicata al teatro e allo spettacolo con l’Archivio Carmelo Bene e il Fondo Silvio d’Amico. Curato personalmente da Barba, il Laflis, ospitato in oltre 600 metri quadri, si avvale dell’allestimento di OpenLab Company su progettazione dall’architetto Luca Ruzza con Daniela Dispoto e Laura Colombo. Inoltre, un Comitato Scientifico, individuato da Barba, si occuperà della gestione culturale dell’archivio che ha donato alla città.

Ma torniamo al nostro tour visionario col maestro. Accolta all’inizio del primo grande corridoio c’è un’installazione formata da una montagna di terra rossa che fa da vetrina a decine e decine di libri scritti da solo o a quattro mani da Barba, fondatore e nume dell’Odin Teatret, regista e drammaturgo di origine salentina, 87 anni il prossimo 29 ottobre, nato a Brindisi, vissuto a Gallipoli, di cui è cittadino onorario, e poi artista nel mondo con base a Hostelbro in Danimarca. Senza soluzione di continuità ci si immerge in una corposa sequenza di poster, manifesti per sfociare nelle sale dedicate a Eugenio Barba, all’Odin Teatret, compagnia multiculturale da lui fondata nel 1964 a Oslo, in Norvegia, e in seguito stabilitasi a Holstebro in Danimarca. E, salendo una piccola rampa di scale, si accede a due salette nelle quali sono riprodotti i camerini di Julia Varley, storica attrice dell’Odin e moglie di Barba. Le sale sono inondate da un caleidoscopio mozzafiato di forme e colori provenienti da ogni angolo del pianeta dove hanno fatto tappa il genio di Barba e il teatro «grotowskiano» del suo Odin. Affastellati in un ordine-disordine libri a non finire in lingua originale, drappi, maschere atzeche, oggetti e parti delle scenografie di alcuni storici spettacoli da Min Farsh Hus a Ferai, da Kaspariana a Oxhirincus Evangeliet, da La Vita Cronica a L’Albero, molti proposti a Lecce dai Cantieri Teatrali Koreja. Clou dell’estasi lo spazio interattivo, dove le sinapsi legate alle relazioni a doppio filo del teatro di gruppo sono visualizzate da campi di papaveri rossi «narranti» disegnati dalla OpenLab Company con Francesca Carallo e la sua antica tecnica della cartapesta, le mappature digitali di Natan A. Ruzza e le partiture video di Zeno M. Ruzza. L’allestimento degli spazi è stato realizzato da Fluid di Antonio Galloso, l’identità visiva è di Maria Donata Bologna. Il Laflis - realizzato in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia, Tpp, Consorzio Regionale per le arti e la Cultura - conta sul sostegno finanziario del MiC, Direzione Generale Creatività Contemporanea.

Ieri, incontro di presentazione: oltre a Barba, Valery (che ha ricordato il suo impegno per le donne nel teatro) e Ruzza, c’erano Luigi De Luca, direttore del Polo Biblio Museale di Lecce e motore instancabile dell’iniziativa; Franco Perrelli, del comitato scientifico; Francesco Ceraolo, docente all’Unisalento, delegato del rettore Fabio Pollice; Marco Bascapè, soprintendente ai Beni Archivistici e Librari della Regione Puglia; Paolo Foresio, assessore allo Spettacolo del Comune di Lecce, per altro, in vista c’è l’incontro alla fine del mese con la municipalità di Hostelbro per un «gemellaggio» fra le due città. Con loro, Loredana Capone, vice presidente del Consiglio Regionale della Puglia, sodale attiva di Barba nell’ideazione e nella creazione del Laflis; Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia; Mario Bruno Caputo, sindaco di Carpignano Salentino e Serrano, una delle «capitali» della geografia poetica dell’Odin Teatret, dove nel 1974 un gruppo di attori guidati dal regista Eugenio Barba approdarono per dare vita alla singolare esperienza del «baratto» teatrale. «A breve - ha sottolineato Caputo - intitoleremo la nostra Biblioteca comunale a Barba».

L’inaugurazione del Laflis comprende una serie di eventi iniziati ieri nel Museo Castromediano e a Koreja. Oggi dalle 10 - tra Museo e Biblioteca Bernardini - presentazioni di libri, film, vernissage della mostra del designer danese Peter Bysted e «Libri di fuoco», installazione digitale di Stefano Di Buduo e Teatro Potlach. Domani, dalle 17, tour nel Salento a cui parteciperanno 70 artisti internazionali invitati da Barba a visitare i luoghi dell’Odin: Gallipoli, Otranto e Carpignano Salentino.

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