È in libreria, da qualche giorno, il volume scritto da Michele Grimaldi «Barletta e il puzzle della sua storia», la sintesi dei 40 anni che l’autore ha tentato di ricostruire della sua lunga esperienza. Iniziata come apprendista, sotto la guida del prof. Giuseppe Dibenedetto, Michele, già responsabile della sezione barlettana, ha raggiunto recentemente il grado di responsabile anche dell’Archivio di Stato delle Sezioni di Bari e Trani.
Quarant’anni, l’autore li ricorda con orgoglio, una ininterrotta attività di archivista, prima come giovanissimo “apprendista” senza pretese, poi progressivamente, come appassionato cultore della ricerca storica fra le centinaia, le migliaia di carte, che implementano l’Archivio di Stato di Barletta, ricco, quant’altro mai, di una eccezionale documentazione sulla città. C’è modo e modo di fare l’archivista, come semplice collettore di carte, oppure come appassionato ricercatore di documenti. Michele Grimaldi - con la sua équipe - ha scelto questa seconda strada, e così, anno dopo anno, ha catalogato un numero infinito di documenti e per questo, quando qualcuno gli chiede una notizia documentata del passato, lui sa con destrezza come e dove muoversi nella ricerca.
Così, nel corso degli anni, si è venuto formando un bagaglio culturale inestimabile. Per certi aspetti egli vive nel passato, fra le sue carte istruttorie, e documenti autentici che ci trasmettono l’emozione di una rivisitazione del tempo andato.
Si è venuta così formando, nel tempo e nella memoria di Grimaldi, come una grande mappa di carattere storico-topografico; di qui l’idea del puzzle. Un’esperienza diretta l’ho fatta anch’io, sull’eccidio degli Evangelici del 1866 (su richiesta di mons. Giovan Battista Pichierri), di cui poco si sapeva. Ebbene attraverso i voluminosi faldoni di quel fatto esecrando, sono riuscito a ricostruire storicamente la vicenda non solo nell’arida documentazione del tempo, ma attraverso una vivace - nonché attendibile - ricostruzione degli eventi.
La stessa cosa vale per molte altre vicende storiche della nostra città per cui qualunque storico non può prescindere dalla ricerca e dallo studio di quelle carte.
Fatti recenti e fatti remoti, come la ricca documentazione relativa alle raccolte di atti legislativi delle ultime dinastie che hanno governato l’Italia, oppure sul catasto onciario risalente al XVIII secolo!
Attraverso la ricerca si approfondiscono fatti e retroscena che diversamente non si potrebbero conoscere: prendiamo per esempio la storia della nascita dell’Acquedotto Pugliese. Certo, chi legge la storia che risale a quell’ente non potrà che trarne una ricostruzione standardizzata. Mentre la verità è un’altra, almeno nella sua fase iniziale. Tutto nacque per un progetto del Comune di Barletta quando, nella seconda metà dell’Ottocento, una terribile pestilenza sconvolse la città e le autorità dell’epoca, viste inutili le pressioni esercitate sulla Provincia per ottenere un finanziamento, intrapresero una propria autonoma iniziativa diretta alla costruzione di un “nostro acquedotto”. Ne sono restate le carte istruttorie e una documentazione grafica eccezionale, ma anche sul terreno, un manufatto in cemento armato a certificarne una attendibile ricostruzione.
L’Archivio di Stato è una istituzione che raccoglie documenti in un arco di tempo plurisecolare, nata innanzitutto al servizio del Comune, ma anche di altri enti pubblici, locali e circondariali. E non solo. Per esempio delle ricerche su fatti istruttori di remoti processi, oppure sulla ricostruzione di avvenimenti di portata storica cittadina e stracittadina, come gli eventi relativi ai fatti del periodo fascista; pensiamo ai moti del 1931 sulla controversia circa l’attribuzione topografica del Monumento alla Disfida di Barletta, quando Bari - fra Barletta e Trani, le due città contendenti - avanzò la sua candidatura!
Nel testo ci sono pagine nuove per il lettore, come quelle sul Mistero del Monumento ai Caduti, Sulla scuola e l’edilizia scolastica, con un approfondimento sul Liceo Classico. E inoltre sul Porto di cui già il titolo ne puntualizza l’importanza storica (Quando il porto generò la città). Numerosi gli articoli sulla Grande Guerra, sulla quale Grimaldi è intervenuto diverse volte con una più intensa ricerca quando ha rievocato la vicenda del tenente Nicola Straniero. E poi le tragedie vissute dalla città dal marzo 1866 al tragico crollo di via Roma, nell’ottobre del 2011.
Interessanti alcune pagine del capitolo sul Palazzo di Città, come Le manifestazioni a Barletta all’indomani dell’Unità d’Italia, la data della nascita del corpo dei Vigili Urbani e, per finire, un pezzo sul ruolo della burocrazia.
“Il puzzle della storia di Barletta” è intitolato il libro di Michele Grimaldi, e proprio come in un puzzle, l’autore riempie gradualmente le molte caselle di cui si compone, e così gradualmente si formano delle zone storiche che col tempo si completano con date e contenuti, per lasciare al lettore il piacere di una mera ricerca sistematica.
Accanto alla grande, una investigazione “familiare” di quanti - professionisti, imprenditori, semplici cittadini - sono alla ricerca di una documentazione per così dire “privata”. E allora Michele, con grande perizia e disponibilità - inconsueta in un funzionario dello Stato - si mette alla ricerca con zelo e precisione, senza aspettare i tempi lunghi di una sonnecchiante lentocrazia. Per esempio la ricostruzione dell’albero genealogico di una famiglia, quando Michele non si limita a indagare utilizzando gli standardizzati modelli del suo ufficio, ma con l’estro della ricostruzione artistica, di chi sa modellare un “albero” autentico, per giunta a colori.
Carte, tante carte nel corso dei decenni, consultandole si è venuto formando nel corso del tempo come un enorme puzzle che ha dato il titolo al libro, nel quale, tessera dopo tessera, si sono venute intessendo le maglie della ricostruzione documentale della città, e allora Michele, dopo quarant’anni di ricerche, ha pensato bene di lasciare traccia di questa straordinaria tessitura, ricostruendola con un duplice criterio, cronologico e tematico. Cominciando dagli eventi e dai personaggi più noti alla nostra città, dove i capitoli non sono scritti in maniera accademica e scientifica, ma con esposizione attendibile nei contenuti e semplice nella esposizione. È così che ricorda la riscoperta della Disfida di Barletta, agli inizi degli anni Sessanta, di cui rammenta - fin da bambino - le emozionanti fasi della sua nascita e del suo svolgimento, aiutato anche dalla circostanza che il padre Vittorio ne fu uno degli attivi promotori. E con la storia dei fatti, quella dei personaggi, soprattutto don Peppuccio Damato, il cav. Damiano Daddato, detto Skavott. E lo stesso per molti altri eventi, come la battaglia di Canne, sulla quale si alza estemporaneamente il telone della rappresentazione, per poi abbassarsi melanconicamente e aspettare il prossimo ritorno d’interesse. Per non parlare di eventi più recenti e drammatici, come il tragico crollo di via Canosa, oppure i luttuosi eventi legati alle drammatiche giornate del marzo del 1956 (l’anno della grande nevicata e dei morti negli scontri di piazza con le forze dell’Ordine).
L’Archivio di Stato di Barletta, di cui Michele Grimaldi è stato il grande indagatore, una inesauribile miniera di notizie. 220 pagine, un’antologia di notizie su Barletta e sul tempo che fu, attraverso le carte dell’Archivio di Stato di cui Grimaldi è il puntuale depositario, un vero notaio dei nostri documenti storici.