Domenica 07 Settembre 2025 | 22:08

Leogrande-Di Ciaula «profeti» del Sud

 
Enrica Simonetti

Reporter:

Enrica Simonetti

Per Alessandro Leogrande, un anno dopo

Alessandro Leogrande

Passano gli anni... possibile che nulla cambi?

Giovedì 29 Settembre 2022, 16:35

30 Settembre 2022, 16:35

Niente, forse, accade per caso: nel clima post-elettorale, ecco due libri che parlano di Sud, due scrittori che hanno segnato la storia della Puglia e non solo, due uscite editoriali postume, due dibattiti nati anni fa e scandalosamente attuali. I titoli: Fumo sulla città e Tuta blu, hanno l'industria, il lavoro e la fame del Mezzogiorno (intesa come povertà reale e intellettuale) come protagonisti. Sì, il destino ha voluto che tornassero in libreria a distanza di pochi giorni.
Il primo è la nuova uscita del grande reportage di Alessandro Leogrande sulla storia tarantina degli ultimi decenni, quel Fumo sulla città che Feltrinelli pubblica il 7 ottobre proseguendo il lavoro di recupero del grande archivio di uno scrittore che ci ha illuminato, non solo denunciando i mali di un Sud che aveva sotto gli occhi, ma anche presagendo le amarezze del futuro.
Leogrande è scomparso cinque anni fa e ognuno degli ambiti di cui si è occupato, dai migranti al caporalato, dalle frontiere alle ingiustizie e ai muri che ostacolano la crescita sociale globale, fa notizia ogni giorno.
Il secondo libro conferma la stessa idea ed è incredibile: Tuta Blu di Tommaso Di Ciaula uscì per la prima volta nel 1978 e fu proprio Feltrinelli ad accorgersi – complici i letterati che avevano già scoperto il talento straordinario del «poeta-operaio» pugliese, come Paolo Volponi e Leonardo Sciascia – dell'importanza di questa testimonianza meridionale, che segnava il passaggio dall'agricoltura all'industria e non soltanto quella. Ora la casa editrice Alegre ripubblica questo libro quarantennale che non è mai invecchiato: provate a vedere il film Tommaso blu (passato anche all'ultimo Bif&st, del regista Florian Furtwängler, con Alessandro Haber ) per capire che la storia è ancora tutta lì, che cambiano i tempi, le situazioni, i volti, ma non l'essenza di un sistema che a volte dimentica l'umano preferendo il capitale.
Dire questo in tempi di crisi e di bollette da salasso, di paure e di incertezze, non è facile. Ma Leogrande e Di Ciaula non hanno vissuto in tempi così distanti dagli attuali ondeggiamenti e lo hanno scritto. Prendiamo Fumo sulla città, già pubblicato da Fandango nel 2013 e ora nella nuova edizione corredato da una prefazione di Nicola Lagioia (che qui ricorda una passeggiata al mare con Alessandro a Castellaneta Marina, ai tempi in cui lo scrittore tarantino preparava Le male vite): la descrizione di Taranto è datata e attuale al tempo stesso. Un'analisi storica del malgoverno dei decenni passati, con volti e personaggi (da Cito a tanti altri) che hanno fatto scelte, segnato tempi e destini.
«Una città a strati», la definisce Leogrande e il termine vale per gli strati storici ma non soltanto per quelli. E poi il siderurgico, l'industrializzazione, la necessità di coniugare lavoro, sviluppo e ambiente in modo armonico, prendendo decisioni meditate. Pensate che Leogrande in questo libro già scrive: «È impossibile dire come la crisi dell’Ilva si evolverà nei prossimi anni. Di sicuro, il bivio davanti al quale Taranto è posta non riguarda la sola città. Se essa è stata a lungo lo specchio del Sud (dei suoi sogni di sviluppo e del loro disfacimento) oggi è lo specchio dell’intera Europa». Analisi che è un presagio: la vicinanza-distanza con l'Europa, tema su cui si è giocato anche il difficile ruolo dell'Italia nell'accoglienza dei migranti, di cui Leogrande ha scritto.
Passano gli anni... possibile che nulla cambi?
E veniamo a Di Ciaula. Dove sono ora gli operai, divenuti entità invisibili? Il poeta ormai stanco, l'autore di quel Tuta blu tradotto in mezzo mondo, viveva in una piccola casa a Bitetto, colma di fogli volanti sui quali scriveva quei versi semplici, veri come la sua prosa.
Anche lui vedeva il fumo di Taranto, il fumo uscito dalle spalle voltate a suo tempo all'agricoltura. Un pastore errante, Di Ciaula, che adesso sembra rinascere per ridarci lo sguardo verso quella vocazione naturale di una Puglia che è all'avanguardia ma lo è anche perché non deve dimenticare ciò che è stata, ripartendo da quelle origini, da quell'identità, da quel bene che è anche la buona politica, così come lo sono i sogni e le occasioni.
Fabbriche, periferie, campagne, città: due scrittori pugliesi continuano ad aprirci gli occhi e a farci meditare. I loro reportage, la loro testimonianza, resistono al tempo, anzi, sembrano fatti per i nostri tempi. Al di là dei risultati elettorali, è il momento della riflessione sulle scelte e il destino ha voluto che si riesumassero pagine importanti come queste, in questi giorni. Chissà, il caso è forse il vero regista delle nostre esistenze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)