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La strategia del signor Ascolta

La strategia del signor Ascolta

 
Eugenio Scardaccione

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Eugenio Scardaccione

La strategia del signor Ascolta

Sconvolse il luogo in cui viveva rivalutando i sentimenti che erano stati banditi

Giovedì 03 Dicembre 2020, 09:50

In una calda, strana ed afosa estate, durante la pandemia del Covid-19 che stava scompaginando la vita di tutti, in un paese ove i raggi di sole non erano di casa, si racconta la storia di un personaggio molto citato ed invocato, ma altrettanto ignorato dai più, dal nome eloquente, Ascolta.
Ascolta fece di tutto per rendere più caloroso quel luogo in cui gli abitanti, solitamente freddi e poco espansivi, non esplicitavano per una sorta di pudore le proprie emozioni e i sentimenti. Stati d’animo che venivano bistrattati, anche se non del tutto sottovalutati. Infatti, la paura e la rabbia restavano in un cantuccio, appartate, e agivano lentamente, quando potevano, facendo sentire i loro sgradevoli impulsi e provocando pasticci rilevanti.
La gioia e la tenerezza, così come la dolcezza e la semplicità, erano anch’esse poco valutate, perché ritenute sentimenti quasi scontati, banali, sdolcinati. Ascolta si era prefissato di sconvolgere e di scombussolare questo bizzarro paese, in cui la routine aveva preso piede rendendolo grigio e monotono e dove, specie riguardo i sentimenti, trionfavano i pregiudizi tipici di una mentalità arcaica e inadeguata.
Le donne, per esempio, gentili e tenere, potevano piangere, avevano la facoltà di mostrare la loro fragilità... Agli uomini, invece, non era consentito commuoversi: guai a far vedere le lacrime, segno evidente di debolezza, dovevano anzi essere pronti a mostrare i muscoli della forza e della determinazione.
In tale guazzabuglio di realtà, il discreto e puntuale Ascolta in un primo momento sembrava un marziano catapultato su un altro pianeta; tuttavia non si scoraggiò e con costanza, pazienza e il suo proverbiale senso dell’equilibrio e dell’ironia, senza strafare e suscitare clamore, riusci a insinuarsi nella vita di tutti i giorni, nonostante il ritmo della vita quotidiana era stato sconvolto dal maledetto virus Ascolta era consapevole di poter incidere, ma voleva farlo senza pretese di cambiamenti rapidi, inopportuni ed imposti. Cosi cominciò, con pazienza adamantina, ad ascoltare gli abitanti di quel paese, senza giudicarli o peggio maledirli... certo, talvolta aveva la tentazione di mandarli al diavolo, ma poi tra sé e sé si convinceva che i mutamenti e i comportamenti interiorizzati si fa fatica a evitarli in poco tempo quando sono consolidati e alimentati.
Quasi per incanto Ascolta attuò una strategia che risultò alla lunga vincente e convincente: in ogni circostanza, quando incontrava qualche abitante, gli raccontava la storia singolare di tre amici fidati: la testa, il cuore e il corpo.
Questi tre non facevano altro che ribadire l’importanza rispettivamente del pensiero, dell’azione e del sentimento, Quando cominciò a narrare le avventure, non sempre facili, dei magnifici tre che si infastidivano a vicenda, manifestando talvolta gelosie e voglia di primeggiare, gli abitanti di quel paese iniziarono a domandarsi se fosse il caso di cambiare qualcosa, di dare un svolta alla propria vita. A tutti conveniva essere persone integre, a cosa potevano servire persone dimezzate? Era funzionale usare la testa, avere idee geniali, ma essere incapaci di comunicare e percepire le sensazioni derivanti dal cuore? Potevano essere presenti per lungo tempo situazioni conflittuali che mettevano in contrasto la corporeità con le tensioni ideali e il desiderio di scienza e conoscenza? Insomma, dovevano essere considerate le multiformi dimensioni della personalita, non ci si poteva accontentare a lungo di una vita frettolosa, banale, priva di senso.
Si, il nostro , pur se con enormi difficoltà, aveva osato, aveva voluto abbracciare consapevolmente il rischio. Malgrado le iniziali cocenti delusioni, stava riuscendo a scardinare e aprire quei cancelli della ragione e del cuore che troppo spesso si preferisce tenere chiusi o socchiusi. L’ignoto fa paura e a volte si costruiscono muri di difesa per impedire che entri nei nostri cuori e nelle nostre teste. Si tratta, allora, di costruire con perizia e convinzione dei ponti, compiere il percorso lento, costante delle formiche, delle gocce, dei piccoli passi quotidiani. Senza farsi travolgere dal panico e senza ritenere insuperabili gli ostacoli. Con quel pizzico di giusto sapore e di calore donò, non senza fatica e difficoltà, agli abitanti di quel paese una manciata di sana ironia, di buonumore e di solida tenacia, mista a quella serenità interiore e al sorriso consapevole che rende la vita più godibile e gioiosa, in grado anche di cogliere la bellezza della natura, dei tramonti, dell’alba, dell’arte, della musica e della poesia, strumenti accordati di un’orchestra che sprigiona sanante melodia.
Era giunto il momento, per Ascolta, di crearsi degli alleati affidabili che lo aiutassero a fare breccia negli animi di tutti gli abitanti di quel paese. Cosi, senza mettere da parte le fragilità e le debolezze, cercarono tutti insieme, il più possibile, di evidenziare le positività, le risorse, le qualità e le energie delle persone, rendendole in grado di condurre una vita sobria, piena, essenziale, senza fronzoli.
E soprattutto convincersi che proprio in situzioni dove prevale il buio e il grigiore è vitale valorizzare quello che ci fa stare bene e scegliere di farsi accompagnare da quelle A che ci aiutano a vivere meglio e cioè: A-SCOLTO, A-BBRACCIO, A-RMONIA, A-RTE, A-TTENZIONE, A-LBA, A-RDORE, A-FFETTO, A-MICI ZIA ed A-MORE.

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