LECCE - Cinque gare di fuoco nell’arco di un mese, nelle quali gettare le basi per raggiungere l’agognata salvezza. Da sabato 29 marzo (ore 20,45), quando è prevista la partita casalinga contro la Roma, al 27 aprile (ma la data e l’orario devono ancora essere ufficializzate), quando è in cartellone la sfida esterna contro l’Atalanta, il Lecce si giocherà una fetta importante del proprio futuro.
Tenuto conto che la formazione salentina è attestata a quota 25, calendario delle varie pericolanti alla mano, ai giallorossi serviranno altri nove-dieci punti per riuscire a brindare alla permanenza in massima serie. In teoria, ne potrebbero bastare anche meno, se Venezia ed Empoli non riuscissero ad accelerare il ritmo tenuto nei primi ventinove turni, ma a nove gare dalla conclusione sarebbe un grave errore cullarsi su una simile eventualità.
Ebbene, da qui alla fine di aprile, il Lecce affronterà, nell’ordine, Roma, Venezia, Juventus, Como ed Atalanta. Federico Baschirotto e compagni giocheranno i match contro capitolini, lagunari e lariani al «Via del Mare», al cospetto del pubblico amico. Proprio in casa, l’undici allenato da Marco Giampaolo ha l’obbligo di accelerare, facendo leva sul calore dei tifosi. D’altro canto, se i giallorossi avessero raggranellato qualche punticino in più nel proprio impianto, la loro situazione di classifica sarebbe di gran lunga più tranquilla.
Nel girone di andata, nei confronti con le compagini con le quali si appresta a duellare nelle prossime cinque giornate il Lecce ha ottenuto quattro lunghezze sulle quindici che erano a disposizione. Tre grazie al successo (1-0, dopo oltre un’ora di costante sofferenza e ripetute palle gol create dai neroverdi) colto sul terreno del Venezia ed una in virtù del pareggio (1-1 in extremis con gol di Ante Rebic su assist di Nikola Krstovic) colto con la Juventus, nel Salento. I giallorossi, di contro, sono rimasti all’asciutto all’«Olimpico», contro la Roma (1-4), al «Giuseppe Sinigaglia», contro il Como (0-2), ed al «Via del Mare», contro l’Atalanta (0-4).
Nel prossimo ciclo di cinque partite, onde evitare di giocarsi tutto negli ultimi quattro turni, rischiando di arrivarci con l’acqua alla gola, il Lecce dovrà riuscire a comportarsi meglio di quanto abbia saputo fare nella fase ascendente dell’annata agonistica. Dovrà mettere in cassaforte più punti. Per indirizzare in maniera estremamente positiva la volata finale servirebbero sei-sette lunghezze, ma sarà fondamentale ottenerne almeno cinque.
Del filotto che sta per iniziare, la «madre» di tutte le sfide sarà quella interna con il Venezia (domenica 6 aprile, alle 12,30, in una sorta di faccia a faccia da «mezzogiorno di fuoco»). Vincerla, confermandosi squadra-regina degli scontri diretti, equivarrebbe a compiere un balzo in avanti di rilievo ed al contempo a mettere quasi del tutto fuori dai giochi-salvezza i lagunari, il che porterebbe a dovere sgomitare per evitare la terz’ultima posizione e non anche la penultima. Perderla equivarrebbe a piombare ancora di più in piena bagarre, con il rischio di subire un contraccolpo psicologico negativo.
Il prossimo confronto casalingo con la Roma si preannuncia complicato, in quanto da quando Claudio Ranieri ha assunto la guida del team capitolino, Leandro Paredes e soci stanno marciando a ritmo-Champions. Hanno perso sino al termine del torneo Paulo Dybala, ma sono comunque in grande forma. Sarà quindi durissima, ma il Lecce dovrà provare a muovere la graduatoria.
A Torino, con la Juventus, i salentini sfideranno una delle «grandi» del calcio italiano. Ma i bianconeri hanno sin qui concesso punti a tante formazioni, il che significa che possono essere messi in difficoltà. Ancora una volta si tratterà di crederci fortemente.
Se con la «Vecchia Signora» le cose dovessero andare male bisognerà guardare alla partita seguente, che è quella con il Como, in calendario al «Via del Mare». Oggi la classifica dice che si tratta di uno scontro-salvezza, ma è innegabile che la cifra tecnica dei lariani sia superiore. Questa è una di quelle gare da indirizzare in maniera favorevole con il cuore e con la cattiveria agonistica.
A Bergamo, a fine aprile, il match è sulla carta proibitivo, a maggior ragione se l’Atalanta sarà in corsa per lo scudetto. Ma anche gli orobici, soprattutto nel proprio impianto, si sono fatti irretire in alcuni casi dalle medio-piccole. Ci sarà quindi da lottare con il coltello tra i denti e se il Lecce dovesse fare un piccolissimo passo in avanti contro la terza forza della massima serie sarà un gran bel colpo. La visione di lungo periodo nell’ottica del prossimo mese, però, vale solo per i ragionamenti fatti dall’esterno. Wladimiro Falcone e compagni dovranno continuare a lavorare concentrandosi solo sugli avversari che stanno per trovare sul proprio cammino, come se ogni gara fosse una finale da dentro o fuori.