BARI - «Le vittorie aiutano, ma possiamo crescere molto di più». Pasquale Marino è onesto nell’analisi che ha consegnato al Bari la tanto agognata prima vittoria interna stagionale. Il successo sull’Ascoli porta a sette i punti in tre partite sotto la gestione del tecnico siciliano: i numeri potrebbero far pensare ad una svolta, ma il mister di Marsala tiene i piedi ben saldi in terra, sottolineando in particolare gli aspetti da migliorare. «Ci sono senza dubbio alcuni segnali di crescita, ma il lavoro da portare avanti non manca davvero», afferma l’allenatore biancorosso.
«Vincere può donarci quell’entusiasmo fondamentale per credere in ciò che facciamo ed aumentare l’autostima. Del match con l’Ascoli mi è piaciuta in particolare la voglia crescente di stare nella metà campo avversaria: la squadra vuole crescere sul piano dell’aggressività e sta assimilando concetti differenti. È scontato, però, che possiamo fare molto di più sotto l’aspetto della produzione offensiva, del creare occasioni da rete. Tuttavia, bisogna anche avere un po’ di comprensione nei confronti di questi ragazzi che in poche settimane sono passati da cambiamenti radicali: prima l’avvicendamento della guida tecnica, poi abbiamo cominciato con un sistema di gioco per passare ad un’altra disposizione varata a Brescia in corso d’opera magari anche improvvisando un po’ per approdare, infine, ad insistere su questo assetto tattico che abbiamo oliato un po’ di più negli ultimi giorni».
L’impressione è che Marino potrà ora insistere su questo 3-5-2 nel quale Sibilli oscilla tra la posizione di mezzala e quella di trequartista. «Ribadisco che non sono i numeri a stabilire se una squadra sia offensiva o meno», spiega il tecnico dei Galletti. «Nel secondo tempo siamo stati molto nella loro metà campo: magari non abbiamo calciato molto in porta, ma la nostra pressione era costante e avevo l’impressione che potessimo segnare da un momento all’altro, al punto da ritardare i cambi perché ero soddisfatto dell’impronta data alla gara. È ovvio, però, che dobbiamo operare le scelte giuste negli ultimi metri, ovvero nella zona in cui si determinano le partite. La lucidità è fondamentale, ed ora che arriviamo con maggiore frequenza a ridosso dell’area avversaria, è doveroso essere più precisi. Allo stesso modo, dobbiamo lavorare su aggressività alta, sul recupero palla rapido, ma i ragazzi sono delle spugne e imparano velocemente: quando si vince la settimana vola e ci sono tutti i presupposti per continuare ad applicarci con profitto. Questa disposizione penalizza un po’ gli esterni? Sulla carta Morachioli può soffrirla un po’, mentre Aramu può trovarsi a suo agio perché è un trequartista che può agire tra le linee, come fa Sibilli: possiamo anche schierarli insieme. Peraltro, l’elasticità di diversi elementi ci consente di variare assetto in corso d’opera anche senza operare sostituzioni e attingere, quindi, a tutte le risorse della nostra rosa. Ora prendiamo da questo successo ossigeno e fiducia per continuare a muovere in ogni impegno un passo in avanti».