Sabato 06 Settembre 2025 | 22:00

Da Bitonto a regine del Sudamerica: 4 giocatrici del Brasile vestono casacca neroverde

 
mario sicolo

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mario sicolo

Da Bitonto a regine del Sudamerica: 4 giocatrici del Brasile vestono casacca neroverde

Il Brasile, si è aggiudicato per la settima volta la Copa America di Futsal femminile. E Castagnaro, Diana Santos, Tampa e Luciléia giocano nella città del Torrione

Venerdì 06 Ottobre 2023, 12:58

BITONTO - Da Bitonto a Buenos Aires, nel segno lucente della vittoria. Perché non esistono latitudini che tengano, né oceani che dividano. Quando una nasce col successo scolpito nel dna, solleva trofei in ogni angolo di orbe terracqueo. Se, poi, si tratta di cinque ragazze eccezionali, ognuna a suo modo, allora la felicità si moltiplica e finisce per contagiare tutti coloro che hanno a che fare con questi talenti. Dunque. Nel Brasile, che ha demolito tutte le avversarie, aggiudicandosi per la settima volta la Copa America di Futsal femminile (altrimenti detta «Conmebol»), che si è disputata nella capitale argentina, ben quattro giocatrici vestono la casacca neroverde: Bianca Castagnaro, Diana Santos, Tampa Lediane Mercolan e Luciléia Renner Minuzzo. Con loro, la preparatrice atletica Rosilene Marques.

La «Canarinha» ha ostentato una imbarazzante superiorità su tutte. Dopo aver dominato il girone - memorabile il 13-1 all’Ecuador -, semifinale senza storia con la Colombia (7-0) e atto conclusivo con l’Argentina padrona di casa (2-0). Lo score impressionante delle calcettiste verdeoro - 51 reti segnate e solo una subita - è la palmare rappresentazione della energia esplosiva dell’attacco, ma pure della tenuta ermetica della difesa.

E, infatti, tra i pali la tentacolare Bianca Castagnaro, 34 anni, da molti ritenuta la goalkeeper più forte del mondo, ha domato palloni in serie. Le sue doti naturali, i suoi balzi gatteschi, i suoi guantoni ubiqui, sono sorretti sempre dalla forza invisibile e pur incrollabile della fede. Anche questa volta, al termine dei festeggiamenti, il suo pensiero è corso riconoscente al Signore: «Grazie a Dio per tutto, siamo eptacampioni, orgogliosa di essere brasiliana, sempre un onore indossare questa maglia, una sensazione unica e indescrivibile, un sogno che si è realizzato grazie a Nostro Signore. L’America è nostra».

«È stato meraviglioso», laconica, ma non meno felice la guerriera Diana Santos, 31enne marcatrice spietata di chiunque, sentinella preferita della succitata compagna, quattro reti per lei, proprio come le altre leonesse. In mezzo Tampa, l’estrosa, infallibile 32enne, lesta di piede e d’intelligenza tattica. Infine, la «diez» per antonomasia, l’idolo indiscusso dei bitontini, pure coach delle under 19, Luciléia, 40enne fuoriclasse andata a segno in carriera 73 volte con la divisa brasiliana: «Rappresentare il mio paese è un valore indescrivibile è il sogno di ogni atleta e per me non è diverso». Le sue parole grondano fierezza e gioia: «Sono felicissima per il traguardo raggiunto, sono stata presente in 6 titoli su sette, continuiamo insieme per fare sempre di più e grazie a tutti i tifosi che ci hanno sostenuto e per il grande spettacolo che hanno dato».

Aver realizzato il fantastico «triplete» all’ombra del Torrione Angioino può aver in qualche modo «favorito» la convocazione? «Certo, abbiamo fatto una stagione da sogno e vogliamo continuare a fare bene, quest’anno serve assolutamente la riconferma».

Le giocatrici straordinarie sono state guidate nella cavalcata sudamericana dalla preparatrice atletica, anche lei pendolare fra la Puglia e la terra brasileira: Rosilene Marques, 47 anni, sergente di ferro. Ora, però, urge comprendere come sia stato possibile mettere su questo autentico capolavoro nomato Bitonto C5 Femminile plurivittorioso a passo di samba. Ci svela il segreto Francesco Paolo Cambione, responsabile della comunicazione e braccio destro del munifico presidente Silvano Intini: «Nessuno può negare che in due anni abbiamo costruito una delle squadre più forti del mondo lo abbiamo fatto a Bitonto, nel sud, con le nostre risorse e le nostre potenzialità. E non è solo frutto dei fondi a disposizione, ma anche di idee e scommesse: chi avrebbe scommesso su Lucileia dopo che il Pescara campione l’aveva scaricata considerandola vecchia e usurata? Quanti, da neopromossa, avrebbero portato in Italia Diana Santos che molti neanche conoscevano? Chi avrebbe puntato tutto su Bianca che a suon di parate in neroverde è diventata titolare in nazionale? In quanti avrebbero convinto Renata a lasciare la sua zona di comfort da padrona assoluta per andare a confrontarsi tra talenti enormi cambiando anche il proprio modo di giocare? Quanti in due anni avrebbero conquistato in maniera così profonda il cuore di Grieco, la più talentuosa giocatrice italiana?».

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