Domenica 09 Novembre 2025 | 18:15

Brindisi, gli operatori portuali sono preoccupati: «Rischio marginalizzazione»

Brindisi, gli operatori portuali sono preoccupati: «Rischio marginalizzazione»

 
andrea pezzuto

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andrea pezzuto

Brindisi, gli operatori portuali sono preoccupati: «Rischio marginalizzazione»

Crolla il traffico merci, calano i passeggeri, i camion e i trailer. C’è preoccupazione tra gli operatori portuali. Per il ruolo di segretario generale spunta il nome di Guadagnuolo

Domenica 09 Novembre 2025, 15:17

Crolla il traffico merci (-22 per cento), calano i passeggeri (-10 per cento), i camion e i trailer (-14 per cento). C’è preoccupazione tra gli operatori portuali. «Dopo il crollo vertiginoso del traffico marittimo legato al carbone - commenta il presidente degli Operatori portuali salentini, Teo Titi -, si pensava che il 2024 rimanesse nella storia come l’anno nero. Invece quest’anno si registra una ulteriore flessione del 22 per cento sulle merci, che sono il vero indicatore sullo stato di salute di un porto. Tutto il cluster portuale è unito per cercare nuovi traffici e soluzioni a questa crisi, nonostante le infrastrutture portuali, che sarebbero necessarie ad attrarre nuovi traffici e a contrastare una crisi annunciata da anni, non sono ancora pronte per varie ragioni. I porti sono in concorrenza uno con l’altro, a prescindere dai Sistemi inventati dalla politica: senza infrastrutture, banchine e pescaggi, la guerra per Brindisi è combattuta ad armi impari rispetto ad altri porti come Bari, dove si è riusciti a costruire in pochi anni nuovi terminal, a procedere speditamente con i dragaggi e a creare nuovi piazzali e servizi per l’utenza».

Nonostante ciò, «la posizione geografica di Brindisi, la facilità di accesso alle vie di comunicazione stradale e ferroviaria e un sacrificio economico dei privati a mantenere bassi i costi delle movimentazioni hanno aiutato noi operatori - aggiunge Titi - ad attrarre nuovi traffici e a limitare il calo, che altrimenti sarebbe stato ancora più disastroso. Abbiamo chiesto all’ente portuale di abbassare i costi generali del porto, che con la diminuzione dei traffici sono lievitati anziché ridursi. Il futuro del porto - conclude - non può continuare a basarsi su traffici spot».

Il calo, per l’agente marittimo Carlo Aversa, «non può essere letto solo come una conseguenza della dismissione della centrale Enel o della riduzione produttiva di Versalis. Questi fattori erano ampiamente prevedibili e richiedevano una pianificazione industriale e infrastrutturale capace di anticipare gli effetti della transizione energetica, così come da anni chiedevamo noi operatori. Invece il porto di Brindisi si trova oggi a dover colmare un vuoto lasciato da settori tradizionali, senza che siano ancora pienamente operative le alternative logistiche e industriali che potrebbero compensare tale perdita». La riduzione del traffico ro-ro e del movimento passeggeri «evidenzia che il problema - prosegue Aversa - non riguarda solo le rinfuse ma riguarda un più ampio indebolimento della competitività commerciale dello scalo rispetto, ad esempio, al porto di Bari, che non ha subito alcuna flessione in questo settore. È positivo che il comparto crocieristico mostri segnali di consolidamento, ma si tratta ancora di numeri modesti rispetto al potenziale del porto e alla capacità di accoglienza che sta dimostrando la città». Circa la disponibilità del nuovo pontile a briccole e delle future infrastrutture in via di realizzazione, «rappresentano certamente un passo avanti, ma è necessario anche trovare delle soluzioni che possano risollevare l’economia portuale già nel breve termine, perché altrimenti si rischia un ulteriore impoverimento della efficienza e della capacità imprenditoriale delle aziende del settore, che oramai da troppo tempo si trovano a fronteggiare una crisi».

Anche Aversa lamenta gli alti costi portuali: «È importante sottolineare come nel corso degli ultimi anni si stia assistendo a un continuo aumento dei costi dal punto di vista demaniale, dei diritti portuali e dei servizi tecnico nautici. Ritengo che sia necessario uno sforzo comune affinché, anche attraverso la competitività economica, si possa attuare una strategia di rilancio dello scalo, altrimenti si rischia una progressiva marginalizzazione del porto».

Adriano Guadalupi, rappresentante di Fedespedi, si dice fiducioso «di quanto recentemente dichiarato dal nuovo presidente dell'Autorità portuale, Francesco Mastro, rispetto al suo impegno a dedicarsi in maniera continua al porto di Brindisi e ad ascoltare con riunioni continue gli stakeholders». Guadalupi dice invece di non comprendere la scelta del sindaco Marchionna di «segnalare come rappresentante del Comune nel comitato di gestione portuale Gianluca Selicato, un non addetto ai lavori che non ha quella conoscenza specifica di problematiche ed esigenze della città e del porto di Brindisi».

Il consigliere comunale e operatore portuale Michelangelo Greco, dal canto suo, invita «chi vorrebbe piazzare a Costa Morena Est un bel rigassificatore (il deposito di gnl di Edison, ndr)» ad «andare a cercare fortuna altrove, per non far sparire quelle poche attività che oggi si svolgono su quelle banchine». Gnl che sta facendo le fortune del porto di Ravenna.

Intanto nelle ultime ore si fanno sempre più insistenti le voci su una nomina di Manlio Guadagnuolo, ex commissario straordinario delle Zes, come segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale.

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