Giovedì 23 Ottobre 2025 | 00:34

Eolico offshore, il monito dell’Ispra: «Rilevanti impatti sull’ambiente marino»

Eolico offshore, il monito dell’Ispra: «Rilevanti impatti sull’ambiente marino»

 
Andrea Pezzuto

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Andrea Pezzuto

Eolico offshore, il monito dell’Ispra: «Rilevanti impatti sull’ambiente marino»

Prescrizioni anche dalla Commissione Via: «Minimizzare la visione delle pale»

Mercoledì 21 Agosto 2024, 09:39

BRINDISI - La realizzazione del parco eolico offshore «Kailia» che Nadara vorrebbe realizzare tra Brindisi e San Cataldo potrebbe «causare rilevanti impatti sull’ambiente marino costiero». Perlomeno per come è stato progettato. È quanto rilevato dall’Ispra in un parere espresso in sede di Via. In particolare, i timori riguardano «la posa e l’interro di 14 cavi di esportazione e la realizzazione di 16 trivellazioni, necessarie perché non è prevista una sottostazione offshore». Per questo, viene richiesto agli investitori di rivedere l’intenzione di escludere la realizzazione della sottostazione. È prevista l’installazione di 78 aerogeneratori a una distanza compresa tra 8,7 e 21,9 chilometri dalla costa. Nelle intenzioni di Nadara, il cantiere per la costruzione di Kailia e Odra (il parco eolico gemello che dovrebbe sorgere nel basso Salento) sarà avviato nel 2027, mentre l’entrata in esercizio degli impianti è fissata entro il 2030. La vicinanza dei due parchi eolici, secondo l’Ispra, è un problema: «Potrebbero rappresentare un continuum in un’area peraltro interessata dalla presenza di coralligeno». I cavi di esportazione attraversano inoltre la Zona speciale di conservazione del Bosco Tramazzone. Ma c’è da valutare anche il fatto che le trivellazioni necessarie avverrebbero in area Sin. Per questo aspetto, l’Ispra rimanda l’esame alla Direzione generale Economia circolare e Bonifiche, preannunciando che servirà la «caratterizzazione dei sedimenti marini che si movimenteranno».Anche la commissione tecnica Via ha richiesto delle integrazioni progettuali. L’aspetto che maggiormente preoccupa le comunità in questa fase è quello riguardante l’impatto visivo. A tale riguardo, la commissione chiede agli investitori di «valutare diversi layout impiantistici offshore che possano minimizzare la visione dell’impianto dalla costa, con una eventuale diminuzione del numero di aerogeneratori e/o lo spostamento più a largo dell’impianto e/o l’individuazione di diversa tipologia di aerogeneratori di dimensioni minori, ovvero a minor impatto paesaggistico». Il proponente stesso, viene rimarcato dalla commissione tecnica, afferma che «l’unico impatto in fase di esercizio la cui significatività residua risulta essere alta è quello sul paesaggio connesso alla presenza delle turbine eoliche in mare e alla loro visibilità dalla costa».

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