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Vertenza Enel a Brindisi, protesta dei lavoratori sulla statale 613

Vertenza Enel a Brindisi, protesta dei lavoratori sulla statale 613

 
Redazione online

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Emiliano a Brindisi: «Enel dismette un gruppo a carbone nella centrale di Cerano»

In mattinata assemblea sigle davanti alla centrale a Cerano. Uil: «Disinnescare bomba sociale»

Giovedì 23 Maggio 2024, 16:51

19:31

BRINDISI -  Al termine di un’assemblea delle organizzazioni sindacali che si è svolta davanti ai cancelli della centrale Enel di Cerano a Brindisi, nell’ambito delle iniziative di protesta contro un processo di decarbonizzazione ancora «con poche certezze sul fronte occupazionale», questa mattina alcuni lavoratori hanno deciso di proseguire la mobilitazione raggiungendo a piedi la strada statale 613 che collega Brindisi a Lecce. Non pochi i disagi che si sono registrati al traffico su questa arteria ad altro scorrimento. Sul posto anche la polizia locale di Brindisi, personale della questura e carabinieri per bloccare gli accessi verso la superstrada ed evitare pericoli a chi stava percorrendo a piedi la 613 in direzione nord. A protestare sono stati sia i lavoratori diretti della centrale ma anche i dipendenti delle aziende dell’indotto. La protesta si è conclusa da poco. 

«La grave situazione della centrale Federico II è solo l’apice di un processo lungo anni di progressiva desertificazione industriale di Brindisi, frutto di azioni silenti ed inconcludenti da parte di chi negli anni è stato chiamato a decidere sui destini dell’industria nel nostro territorio. Una pericolosa bomba economico-sociale che i sindacati denunciano da tempo e che occorre disinnescare con ogni mezzo per non ritrovarsi con sole macerie». Lo dichiara in una nota Fabrizio Caliolo per il coordinamento Industria della Uil di Brindisi (Uil - Uiltec, UilM, FenealUil e UilTrasporti) in riferimento al futuro della centrale Enel di Brindisi. Questa mattina si è tenuta l’assemblea sindacale Cgil e Uil di tutti i lavoratori interessati nelle attività della centrale, compresi i dipendenti delle aziende dell’indotto.

Focus «sulle ricadute occupazionali negative e sule procedure di licenziamento collettivo già poste in essere da parte di alcune società». Alcuni lavoratori come forme di protesta hanno anche raggiunto a piedi, dopo l’assemblea, la strada statale 613 Brindisi-Lecce, creando problemi al traffico. Non è escluso che nel pomeriggio di oggi una delegazione di lavoratori possa essere ricevuta dal prefetto di Brindisi Luigi Carnevale, già informato sulla vertenza.

Il 31 maggio poi una manifestazione cittadina unitaria Cgil e Uil su Cerano, «sempre con il medesimo obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e chiedere un futuro chiaro per lo stabilimento brindisino». Caliolo auspica che «anche le Istituzioni del territorio facciano la loro parte in questo importante passaggio storico per Brindisi confidando, in particolare, nella sensibilità verso le istanze sociali che ha sempre caratterizzato l’impegno del prefetto». «Tuttavia la vertenza Cerano ha assunto i contorni di una vera emergenza sociale ed è in fasi come quella attuale - conclude Caliolo- che occorre fare rete per difendere la dignità di tanti lavoratori e delle loro famiglie. Ne va del futuro di questa terra».

«La misura è colma: la crisi industriale che sta travolgendo Brindisi non può più essere ignorata. L’assemblea sindacale unitaria di Cgil e Uil svoltasi stamattina davanti ai cancelli della centrale Enel di Cerano rappresenta una vertenza tesa a smuovere le istituzioni e soprattutto il governo, finora assenti, affinché centinaia di famiglie non perdano il proprio posto di lavoro. La chiusura della centrale termoelettrica Federico II sta aggravando in modo insostenibile la situazione occupazionale di Brindisi, gettando nell’incertezza il futuro di intere famiglie». Lo dichiara in una nota Antonio Macchia segretario generale della Cgil Brindisi dopo l’assemblea di questa mattina a Brindisi.

«La crisi della centrale Enel - aggiunge - è solo la punta dell’iceberg di uno tsunami industriale che coinvolge anche realtà come Basell, con possibili ripercussioni su tutta la chimica di base, ed Euroapi. Queste aziende, già in difficoltà, rischiano di seguire lo stesso tragico destino, con conseguenze devastanti per l’intera economia brindisina». «La desertificazione industriale - prosegue il rappresentante sindacale - è una realtà imminente, con i maggiori player che abbandonano il nostro territorio, lasciando dietro di sé disoccupazione e disperazione».

Macchia chiede al governo «un intervento deciso e tempestivo. Sono necessari fondi adeguati, progetti concreti e lo sblocco delle autorizzazioni per rilanciare l’industria locale. La drammaticità del momento non consente ulteriori ritardi».

Prefetto: 'no a proteste fuori regole'

Sarà assicurata «la massima attenzione verso il problema del lavoro in questo territorio garantendo che l’Ufficio territoriale del Governo è sempre disponibile ad ascoltare le legittime istanze dei lavoratori» ma è stato precisato «che nessuna forma di protesta fuori dalle regole può condurre a raggiungere l’obiettivo comune perseguito anzi, oltre ad essere controproducente, può comportare conseguenze ulteriori a carico di chi le adotta». Lo riferisce in una nota la prefettura di Brindisi al termine dell’incontro che c'è stato nel pomeriggio tra il prefetto Luigi Carnevale con una delegazione di lavoratori e di rappresentanti sindacali di alcune aziende dell’indotto della centrale Enel di Cerano che in mattinata al termine di una assemblea sindacale convocata dai sindacati Cgil e Uil hanno «inscenato una forma estemporanea di protesta occupando la strada statale 613».
Il prefetto ha aggiunto che «sin dal suo insediamento ha svolto, e continuerà a svolgere, ogni utile azione di impulso nelle sedi opportune al fine di ricercare una soluzione positiva alla vertenza in atto» ed ha invitato «tutti, lavoratori e sindacati presenti, ad assumere un atteggiamento responsabile per il futuro assicurando la disponibilità della Prefettura ad ogni forma di dialogo costruttivo».

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