OSTUNI - Il comune di Ostuni, tramite l’assessorato all’Ambiente, sta attuando un progetto sperimentale in collaborazione con l’associazione Geos per il recupero degli avanzi di Posidonia oceanica spiaggiati al fine di preservare l’ambiente marino. Quest’iniziativa mira a utilizzare la posidonia spiaggiata per ripristinare parti della costa soggette a erosione, con particolare attenzione ai tratti costieri ostunesi. L’operazione sarà seguita da un monitoraggio nel corso degli anni per valutare la stabilizzazione della costa e l’evoluzione della vegetazione.
Nella zona della spiaggia di Lamasanta, si prevede il mantenimento dei residui organici di Posidonia, con rimozione manuale dei rifiuti di origine antropica come plastica e vetro. Qui, la natura sarà lasciata libera di seguire il proprio corso, e si osserverà nei prossimi anni se ristabilirà i suoi equilibri. La Posidonia non solo è un indicatore della qualità delle acque ma protegge anche le spiagge dall’erosione. La Posidonia, la spiaggia e le dune rappresentano un sistema fortemente interconnesso, dove l’alterazione di una componente può compromettere la stabilità complessiva della spiaggia, contribuendo all’insorgere di fenomeni erosivi che negli ultimi anni hanno colpito molte spiagge della Puglia.
«Nei giorni scorsi le classi quarte della scuola elementare Pessina di Ostuni hanno partecipato ad un incontro di sensibilizzazione - afferma l’assessore all’ambiente Giuseppe Tanzarella - Insieme agli esperti dell’associazione Geos abbiamo illustrato gli elementi naturali presenti lungo le coste di Ostuni e in particolar modo il ruolo fondamentale che la Posidonia spiaggiata svolge nel preservare i litorali sabbiosi dall’erosione. Un ringraziamento va alla dirigente Maria Mingolla – prosegue il vicesindaco di Ostuni - alle docenti e a tutti gli alunni che hanno manifestato curiosità e interesse. La loro collaborazione, insieme a quella delle famiglie degli alunni – conclude Giuseppe Tanzarella - sarà fondamentale per custodire al meglio tratti di costa ostunese tanto fragili, quanto straordinariamente belli».