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Operaio morto sul lavoro a Brindisi: in tre sotto inchiesta

 
Stefania De Cristofaro

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Stefania De Cristofaro

Operaio morto sul lavoro a Brindisi: in tre sotto inchiesta

Ispezione sul luogo della tragedia anche con l’ausilio di un drone

Domenica 14 Aprile 2024, 11:59

BRINDISI - Tre indagati e un’ispezione anche con l’ausilio di un drone nell’inchiesta aperta dalla Procura di Brindisi per accertare cause ed eventuali responsabilità nell’incidente avvenuto, il primo marzo scorso, nel capannone della zona industriale, costato la vita a Giuseppe Petraglia, 40 anni. L’operaio, padre di due bambini, è morto dopo essere precipitato dal tetto dell’opificio alto circa dieci metri. Aveva iniziato a lavorare cinque giorni prima per svolgere, assieme ad altri, operazioni ambientali di pulizia dei piazzali del capannone, dismesso da tempo.

Per omicidio colposo in concorso sono indagati il direttore dei lavori del cantiere, l’ingegnere Giuseppe Mazzone, il legale rappresentante della società cooperativa committente, la CDM Trasporti, Diletta Carlucci entrambi difesi dall’avvocato Giovanni Brigante, e il legale rappresentante della ditta esecutrice dei lavori, la T&E Multiservice srl, Antonio Iaia, difeso dalle avvocate Simona Maniscalco e Marianna Laguercia.

Il 10 aprile scorso gli ispettori dello Spesal hanno svolto un’ispezione delegata dal pm a cui hanno preso parte i difensori degli indagati assieme al legale che rappresenta i familiari dell’operaio, l’avvocato Renato Basile. Il sopralluogo si è reso necessario per raccogliere elementi utili ad accertare la dinamica e per verificare il rispetto delle disposizioni di legge sulla sicurezza.

L’ispezione ha interessato l’intero cantiere che sorge su un terreno dell’area industriale alle porte di Brindisi, in via Amici, esteso per 25mila metri quadrati e un autocarro con cestello elevatore, all’interno del capannone in cui è avvenuta la tragedia.

Il lastricato solare, realizzato con cupoloni in cemento vibrato e a tratti da lucernari in lamiera ondulata di vetroresina, è stato trovato visibilmente deteriorato a causa del disuso e quindi inagibile al calpestio, e per questo sono state necessarie riprese aree realizzate con un drone. Le immagini hanno permesso di acquisire elementi su tre smerigliatrici, due raccogli cavo di conduttori elettrici e un secchio di plastica in cui probabilmente era stato raccolto del materiale il giorno in cui è avvenuta la tragedia.

Il video, inoltre, ha evidenziato un allineamento di fori su una trave collocata sulla copertura del fabbricato e nella parte centrale di collegamento. Fori che verosimilmente servivano per la predisposizione alla collocazione di un palo per reggere la fune guida, a sua volta movimentata da una carrucola scorrevole, in modo da garantire la tenuta della fune in caso di caduta.

Nei prossimi giorni dovrebbe essere esaminata la cintura di sicurezza in tessuto trovata accanto al cadavere dell’operaio, rimasta in sequestro negli uffici della questura. Secondo quanto riferito subito dopo l’incidente dai soccorritori si tratta della cintura che indossava l’operaio.

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