È quasi tutto pronto per il trasferimento di una settantina di migranti dall’immobile di via provinciale per San Vito alle tendostrutture in corso di montaggio nello spiazzo antistante la struttura. Mentre è ancora da definire la situazione dell’ex delegazione comunale del Casale. I lavori di ristrutturazione dell’immobile, possibile grazie a un finanziamento di 300mila euro concesso quando il ministro dell’Interno era Matteo Salvini, sono terminati da tempo. I fondi ministeriali, però, sono vincolati all’utilizzo della struttura per ospitare migranti minorenni non accompagnati. Fratelli d’Italia, negli scorsi anni, ha intrapreso una dura battaglia contro l’ipotesi di trasformare l’ex delegazione in un centro di accoglienza.
Adesso che è al governo della città, pertanto, il partito di Meloni oppone forti resistenze acché l’immobile venga occupato da migranti. Nei mesi scorsi si era ventilata l’ipotesi che potesse ospitare ragazzi ucraini, ma poi è tutto tramontato. La recondita speranza della maggioranza è che attraverso un’interlocuzione con il Governo si possa modificare la destinazione d’uso e riaprire in quel luogo la delegazione comunale, come in effetti chiesero nel 2018 centinaia di residenti, che organizzarono una manifestazione di protesta contro il progetto del centro di accoglienza. Sul punto, il sindaco Pino Marchionna precisa che la posizione di FdI è quella di tutta la maggioranza: «C'è una petizione popolare con migliaia di firme dei cittadini, di cui Rossi non ha tenuto conto. Quindi non è una battaglia di FdI, ma il rispetto di una precisa volontà popolare che non è stata assolutamente tenuta in conto. Questo ovviamente non significa essere contro i migranti e i rifugiati: credo che su questo, io, non abbia bisogno di dimostrarlo», afferma il primo cittadino, riferendosi alla straordinaria accoglienza degli albanesi alla quale da sindaco contribuì in maniera decisiva.
Tornando invece al dormitorio di via provinciale per San Vito, lo spostamento momentaneo dei migranti regolari nelle tendostrutture (la cui realizzazione è costata all’ente 140mila euro) consentirà finalmente di effettuare i lavori di ristrutturazione dell’immobile, da anni in un incredibile stato di degrado. Resta da risolvere, invece, il problema della collocazione degli immigrati irregolari, che pure popolano il dormitorio. Gli interventi previsti sono rimasti in sospeso per mesi perché la precedente amministrazione non riusciva a trovare soluzioni per l’alloggio provvisorio degli ospiti. Così, i migranti sono stati costretti a vivere per diverso tempo senza la corrente elettrica e l’acqua calda. «Per partire con i lavori - lamentò l’ex sindaco Rossi - da oltre un anno abbiamo a disposizione 800.000 euro rivenienti da un progetto finanziato dal ministero, tramite la Regione, che si pone l’obiettivo di reperire abitazioni private per i migranti. Ebbene, in una città con ottomila case sfitte, abbiamo trovato solo otto appartamenti».
La soluzione delle tendostrutture individuata dall’amministrazione Marchionna per superare l’impasse, permetterà adesso di realizzare il progetto denominato «Casa delle culture». Il dormitorio diventerà un centro polifunzionale di integrazione e inclusione sociale di immigrati regolari, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, umanitaria e sussidiaria. L’obiettivo è quello di attivare spazi di co-abitazione e di realizzare una cucina condivisa, ambienti per la socializzazione e la formazione, aule per attività di apprendimento, laboratori e spazi per la pratica sportiva all’aria aperta. I lavori dureranno diciotto mesi.