Il Football Brindisi annega tra debiti e punti di penalizzazione. Il ritardo nel versamento dei contributi previdenziali entro la scadenza del 18 dicembre è costato 4 punti in classifica. Il penultimo posto, a sei giornate dal termine, è distante adesso 12 lunghezze. In città aumentano i timori per il futuro della società. La speranza è quella di ripartire dalla serie D. In molti temono un’altra calda estate come quelle che portarono al fallimento del Brindisi di Salucci, di Pupino e Galigani, di Flora. Chi ci aveva messo la faccia nel bene, adesso preferisce non commentare. Il deputato Mauro D’Attis ha fornito ogni tipo di supporto possibile alla famiglia Arigliano. Tanti i post e le dichiarazioni di entusiasmo per la promozione in serie C attesa 33 anni, e poi per la riqualificazione dello stadio, costata 3 milioni di euro. Da mesi, però, il parlamentare brindisino preferisce non commentare le vicende legate al Football Brindisi. Ha scelto di lavorare nell’ombra.
Discorso simile vale per il sindaco Pino Marchionna. Ma anche per associazioni di categoria come Confindustria, che ha garantito sostegno alla società tramite attività di sensibilizzazione della classe imprenditoriale. Tanto che, in estate, alcuni imprenditori locali - già sponsor della squadra - pare abbiano provato a fornire un aiuto ancora più consistente, senza tuttavia trovare disponibilità in Daniele Arigliano, che ha preferito affidare il restante 30 per cento delle quote societarie al fratello Teodoro.
Stessa sorte è toccata all’imprenditore Mino Distante, che si vocifera avesse richiesto il 51 per cento.
Da decenni la Brindisi calcistica sembra il set del film «Il giorno della marmotta», in cui si ripetono ineluttabilmente le stesse vicende. La città, fatti alla mano, non dispone degli anticorpi per prevenire situazioni che pure in molti subodorano ma che poi non hanno il coraggio o la convenienza di denunciare. Salvo quando è troppo tardi. Proprio come sta accadendo oggi. Per il futuro, allora, sarebbe il caso che chi ha ruoli di responsabilità avverta i tifosi e la comunità a tempo debito. È necessario denunciare le criticità in tempo utile. Questo sì che rappresenterebbe un gesto d’amore verso quella storica maglia con la V sul petto.
E, a proposito di passione, lo stesso rigore deve diventare un imperativo anche per i tifosi.