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Brindisi, Cerano chiude tra due anni: «Futuro nero per i lavoratori»

 
Redazione Brindisi

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Brindisi, Cerano chiude tra due anni: «Futuro nero per i lavoratori»

Il grido di Perrucci (Uiltec) che mercoledì verdà il sindaco

Lunedì 09 Ottobre 2023, 13:14

BRINDISI - «La Transizione Energetica è l’unica strada possibile per garantire un futuro equo e sostenibile». È la tesi della Uiltec di Brindisi che dopo domani incontrerà il sindaco della città Giuseppe Marchionna per discutere sul tema che incide sul futuro della centrale elettrica di Cerano (chiusura prevista a dicembre 2025) e dei suoi lavoratori. «Non è possibile - afferma tra le altre cose il segretario generale territoriale Uiltec Brindisi Carlo Perrucci - chiudere dall’oggi al domani impianti che utilizzando combustibili fossili non prevedendo per tempo, per ogni lavoratore impiegato negli attuali siti, nessuno escluso, la garanzia di un impiego».

È appunto ciò che si teme per la Centrale Enel di Cerano, per la quale tanti sono stati i cambi di scenario negli ultimi anni. «Il risultato - dice Perrucci - è che ad oggi, ottobre 2023, a meno di due anni dal phase out e dalla definitiva dismissione dei combustibili fossili, il futuro della Centrale è ancora totalmente da immaginare, programmare e finanziare. La conversione a Turbogas della Centrale - dice tra l’altro il segretario - è stata da sempre suggerita da Uiltec in quanto unica ipotesi che può garantire allo stesso tempo l’obiettivo di una transizione green, abbandonando il carbone per il più pulito gas, e la tutela di molti degli attuali lavoratori impiegati in modo diretto e nell’indotto. Ma oggi la conversione a gas sembra essere una pista esclusa dal ministro dell’Ambiente Fratin, e nelle ultime ore anche da Enel, nonostante il parere favorevole del Tar dopo un ricorso sul progetto da parte delle Associazioni ambientaliste. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso - afferma tra le altre cose Perrucci - , rispondendo in questi giorni ad un Question Time proposto dal deputato D’Attis, ha dichiarato che per le realtà di Brindisi e Civitavecchia si sta “valutando la possibilità di ricorrere ad ulteriori strumenti agevolativi, dedicati al finanziamento dei programmi di reindustrializzazione”. Buoni propositi ma dai quali traspare una totale incertezza strategica e di strumenti finanziari concreti. Lo stesso ministro ha precisato che per ogni soluzione servirà il raccordo con le Regioni, in questo caso la Regione Puglia, e che si partirà già dal prossimo Tavolo. Enel, dal suo canto, oggi propone per Brindisi investimenti totalmente Green che prevedano la produzione di energia da fotovoltaico e di batterie di accumulo. Ottime tecnologie pulite ma che richiedono solo poche decine di lavoratori, assai meno degli attuali circa 300 dipendenti diretti e delle diverse centinaia dell’indotto. Quale futuro per tutte queste famiglie con una ipotesi del genere? Quali conseguenze per l’intera economia di Brindisi se centinaia di famiglie non avranno fonti di sostentamento economico dall’oggi al domani?».

Da qui la decisione di Uiltec di rompere gli indugi: «Dopo aver incontrato nei giorni scorsi il Prefetto e consegnato un documento unitario specifico, dopo domani - dice Perrucci - avremo un colloquio col sindaco Marchionna al quale chiederemo di essere punto di sintesi fra le diverse realtà ed Enti che sono chiamati a decidere il futuro di Cerano, quindi il futuro industriale ed economico di questo territorio. Proporremo intanto la riconvocazione del Tavolo ministeriale delle Imprese e del Made in Italy già avviato, e continueremo a sostenere ancora l’ipotesi della conversione a Turbogas come garanzia, concreta ed immediata, di Transizione energetica e tutela del lavoro».

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