BRINDISI - Diventa un vero e proprio lusso poter andare a mare nella più grande e «popolare» spiaggia libera del litorale a nord di Brindisi, nel lembo più nord dell’area protetta di Torre Guaceto.
Dopo la notizia riportata nei giorni scorsi da La Gazzetta in merito agli aumenti dei costi per il parcheggio auto a Punta Penna Grossa, si moltiplicano i messaggi di disappunto e di indagnazione da parte dei fruitori storici di quel litorale, che da sempre ha accolto (provenienti anche da varie zone della provincia) famiglie, comitive di ragazzi e turisti in cerca di un ampio tratto di spiaggia libera ed incontaminata dive poter trascorre una giornata al mare alla portata di tutti, senza dover sostenere i costi di un qualsiasi stabilimento balneare attrezzato. Gli ultimi ritocchi ai prezzi del parcheggio, però, aumentano considerevolmente il costo di una semplice giornata al mare.
L’aggravio economico rispetto al passato è stato concretizzato nei seguenti termini: fino alla scorsa estate lasciare un veicolo al parcheggio di Punta Penna Grossa (distante une decina di minuti a piedi dal centro della spiaggia e circa 20 minuti a passo svelto dalle calette più a sud) costava 4 euro per un’auto e 2 euro per uno scooter o una motocicletta, con l’opzione - aggiungendo altri 2 euro - di poter raggiungere la spiaggia a bordo del trenino che collega l’area parcheggio all’arenile. Da quest’anno, invece, non c’è più diversificazione tra autovetture e motociclette: si pagano 8 euro per qualsiasi tipologia di veicolo (quindi sia auto che moto) con l’unico «vantaggio» (...per così dire) di poter avere incluso nel costo del biglietto il servizio di trasporto dal parcheggio alla spiaggia a bordo del trenino.
Un esborso considerevole che, sommato alle spese di carburante per chi raggiunge il sito da Brindisi, Carovigno o San Vito dei Normanni (solo per citare i Comuni più vicini) sfiora quota 15 euro. E tutto ciò, senza considerare l’eventuale acquisto di una bevanda o di qualcosa da mangiare durante la giornata.
Una lievitazione dei costi che sta registrando lamentele diffuse anche attraverso i social, dove numerosi utenti evidenziano il paradosso di non poter di fatto più fruire di una spiaggia libera e storicamente molto popolare che, proprio in quanto tale, dovrebbe essere accessibile a costi minimi e «popolari», per l’appunto, come avviene per tutti i tratti di spiaggia libera a cui peraltro si dovrebbe poter accedere liberamente per legge.