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Cinque chili di cocaina da Fasano a Lecce con un corriere: padre e figlio nei guai

 
Mimmo Mongelli

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Mimmo Mongelli

Cocaina

Stando alle indagini della Dda l'acquirente di Copertino, nel Leccese, avrebbe pagato la droga 140mila euro. I due uomini sono indagati a piede libero

Giovedì 25 Maggio 2023, 11:02

FASANO - Traffico (in grande stile) di droga: due fasanesi - padre e figlio - figurano nell’elenco degli indagati nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Lecce. Ai due - hanno rispettivamente l’età di 60 e 38 anni - i pubblici ministeri Giovanna Cannarile (Dda) e Luca Miceli (sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi) contestano la circostanza di aver venduto a persone di Copertino (Lecce) «almeno cinque chilogrammi di cocaina - si legge nel provveimento - al prezzo di 140mila euro».

I due fasanesi - secondo la ricostruzione dei magistrati inquirenti - avrebbero fornito la sostanza stupefacente, facendogliela recapitare attraverso un corriere (che è stato identificato nel corso dell’indagine), a un sandonacese e ad un torrese (entrambi identificati dagli investigatori), «dopo aver individuato gli acquirenti e trattato con loro quantità e prezzo della cocaina».

Ad occuparsi del trasporto della cocaina fino a Copertino sarebbe stato un pregiudicato di Torre Santa Susanna, che avrebbe poi recapitato ai due fasanesi «il denaro pagato dagli acquirenti».

Padre e figlio sono indagati in stato di libertà. Lo hanno appreso nelle settimane scorse quando è stato notificato loro l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Le persone coinvolte nell’inchiesta, in seno alla quale figurano in qualità indagati, sono in tutto venti. A molti di loro, ma non ai due fasanesi, viene contestato di «aver fatto parte o continuato a fa parte - si legge nel provvedimento di chiusura indagini emesso dai magistrati - dell’associazione di tipo mafioso denominata Sacra corona unita territorialmente strutturata in diverse articolazioni, ciascuna con un proprio referente, ed avente influenza nelle province di Brindisi e Lecce, connotata da forte carica d’intimidazione e dalla fama criminale acquisita nel tempo con una lunga e stabile presenza sul territorio, anche durante il periodo di detenzione dei suoi referenti e, più in particolare, della frangia tuturanese facente capo a Francesco Campana».

Nelle 17 pagine in cui si articola l’avviso di conclusione delle indagini preliminari i pm titolari dell’inchiesta ricostruiscono con dovizia di particolari le attività della frangia tuturanese della Scu.

«Francesco Campana e Giovanni Donatiello - scrivono i pm - continuano a far parte della frangia tuturanese della Scu, con un ruolo direttivo dall’interno del carcere (quello di Opera, Milano-ndr) Campana ed un corrispettivo ruolo direttivo all’esterno Donatiello. Mantengono un capillare controllo del territorio e delle attività illecite, grazie all’apporto dei rispettivi affiliati».

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