BRINDISI - «Caporalato digitale» nel mondo dei riders. Sbarca anche a Brindisi l’inchiesta partita da Milano sulla nuova frontiera del caporalato. E accanto ai militari dell’Arma c’è anche il Nidil Cgil di Brindisi. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno effettuato una serie di controlli a «caccia» di possibili caporali digitali e di altre eventuali violazioni anche nell’ambito della «intermediazione illegale di manodopera». L’inchiesta, partita da Milano, è arrivata anche a Brindisi trovando la piena collaborazione del Nidil Cgil.
«Da parte del Nidil Cgil Brindisi - dice la segretaria generale Chiara Cleopazzo - c’è stata la massima collaborazione nei confronti degli organi ispettivi che stanno indagando per verificare eventuali illegittimità commesse nei confronti dei lavoratori. La presenza costante del Nidil Cgil Brindisi anche nelle ore serali ha l’obiettivo di tutelare i diritti inalienabili di questi lavoratori ad avere i giusti riconoscimenti giuridici ed economici. Ben vengano, quindi, i controlli da parte dei carabinieri, ai quali auguriamo buon lavoro».
La nuova forma di caporalato - emersa nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022 - è l’illecita cessione di account. Fino alla metà del 2019 la cessione di account era un fenomeno «fisiologico», dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider. Il ciclofattorino, non potendo lavorare per un certo periodo (per infortunio, malattia, rientro in patria o altro), ma non volendo essere sloggato o penalizzato nel «ranking prestazionale», «prestava» volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico, ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la piattaforma. Con la pandemia, si è registrata una crescita esponenziale dell’utilizzo dei servizi di delivery tramite applicazioni telematiche dedicate, trasformando di fatto i rider in lavoratori essenziali in circuito lavorativo 24/7. Le piattaforme di app delivery hanno quindi proceduto a reclutare un numero considerevole di nuovi rider. In questo nuovo scenario lavorativo, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del lavoro di Milano (che per primo avviò queste verifiche) ha accertato l’esistenza di numerose cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera.
Gli account, registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi, sarebbero gestiti da un «caporale» e ceduti a un altro rider che materialmente eseguirà la prestazione lavorativa della consegna, previa trattenuta di una quota del guadagno giornaliero (dal 20 al 50 per cento) operata dallo stesso caporale, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo. I carabinieri del nucleo ispettivo di Brindisi stanno cercando di vederci chiaro. Con alcune pattuglie si sono presentati nelle scorse serate al centro commerciale «Brin Park» ascoltando diversi riders.
«Tra le verifiche in corso - ha spiegato il rider Michele Toscano - anche quelle sulle “app” che costringono i riders a ritmi di lavoro frenetici e massacranti. Inoltre ci sono reclutamenti in corso di tantissimi ragazzi che vengono illusi della possibilità di un lavoro ben pagato che poi finisce per penalizzare anche chi lavora già».