Sino a che punto possono incidere sugli utenti le liste di attesa in termini di tempo e denaro?
Difficile dare una risposta a questo interrogativo, laddove si possono verificare anche casi estremi che, peraltro, danno chiara l’idea di come sia “incancrenito” il sistema sanitario brindisino.
A sperimentarlo sulla propria pelle (e... sulla propria salute) è stato un anziano brindisino che, in previsione di una visita specialistica in programma a giugno, ha provato a prenotare una serie di esami, ma per uno in particolare - l’eco(color)doppler dei tronchi sovraortici - si è sentito rispondere dall’impiegato dell’Asl che la prima data utile è ad ottobre 2024. Con un’attesa, dunque, di “appena” venti mesi. Roba da far rabbrividire...
“Pensavo di aver capito male o che si fosse sbagliato l’interlocutore - racconta alla Gazzetta il malcapitato utente - e, invece, la data è proprio quella. Credevo che le cose, in fatto di liste di attesa, fossero migliorate ma, al contrario, qui va di male in peggio”.
Al danno, si aggiunge poi la beffa: “Dovendo portare una serie di esami (tra cui l’ecodoppler) alla visita specialistica in programma a giugno - prosegue - ho dovuto giocoforza anticipare i tempi e non ho potuto far altro che prenotare l’esame privatamente, spendendo alcune decine di euro. E di questi tempi ogni spesa imprevista in più... son dolori”.
Ancora un caso da segnalare, dunque, nel contesto di una situazione che, malgrado gli sforzi compiuti per alleggerire il carico di prenotazioni e ridurre quindi i tempi di attesa, non sembra destinata a risolversi nell’immediato, per buona pace degli utenti brindisini.
