OSTUNI - La richiesta, inviata dalla Asl di Brindisi lo scorso 3 giugno, è accettata dalla Regione Puglia ma non c’è ancora la data ufficiale per la riconversione dell’ospedale di Ostuni da struttura Covid a presidio ospedaliero normale. Inoltre, non sarà una riconversione completa perché saranno mantenuti alcuni posti letto Covid e la riapertura dei reparti avverrà in maniera graduale.
Insomma chi sperava in un ritorno alla normalità, specie in concomitanza con l’estate, resterà deluso perché a tutt’oggi e non si sa di preciso fino a quando, l’ospedale di Ostuni resterà presidio Covid. Non resta che aspettare di conoscere la data in cui il nosocomio della Città Bianca, luogo al centro della Valle d’Itria con tantissimi turisti presenti, possa ritornare ad essere un presidio sanitario in grado di fornire la giusta assistenza sanitaria alla popolazione. Da alcune settimane i numeri dei degenti presenti nell’unico reparto Covid si attesta a sole 5 unità: un numero che fa riflettere sul fatto che, in una città ad altissimo tasso di presenze turistiche, l’ospedale resta chiuso alla cura delle patologie no Covid, non garantendo l’assistenza sanitaria generica. E per di più la riconversione, quando inizierà, avverrà gradualmente e continuando ad ospitare pazienti Covid, in un reparto allestito in area separata.
La preoccupazione attualmente riguarda non solo i cittadini di Ostuni, ma anche la popolazione dei paesi limitrofi che si servono della struttura sanitaria. La riapertura, sempre quando avverrà, dovrebbe interessare dapprima il Pronto Soccorso e successivamente gli altri reparti, fino ad arrivare al completo funzionamento e alla ripresa delle attività chirurgiche bloccate dallo scorso 8 gennaio 2022, giorno in cui la regione decise di riconvertire la struttura stoppando le attività ordinarie. Sono tanti gli interventi chirurgici (circa 500) che dovranno essere recuperati perché reputati nel gennaio scorso non urgenti. Ma a prescindere dall’urgenza si tratta comunque di un servizio importante a tutt’oggi indisponibile.
La scelta della riapertura graduale scaturisce pure da un altro problema della sanità regionale: il reperimento del personale medico ed infermieristico che dovrà andare a completare l’organico già carente del nosocomio ostunese. Da riattivare sempre nei prossimi giorni, e nel minor tempo possibile, anche gli ambulatori di osservazione breve di Cardiologia e Pediatria, attivati dopo la riconversione del nosocomio. I due reparti d’eccellenza furono chiusi quando entrò in vigore l’ultima riforma della sanità pugliese. L’ospedale di Ostuni infatti si ritrovò ad essere ospedale di base e furono spostati a Francavilla (ospedale di 1° livello) i reparti di Cardiologia e Pediatria. Solo successivamente, dopo una battaglia condotta nel 2017 dall’allora dal «Comitato salvaguardia ospedale di Ostuni» e dalla politica locale, furono attivati otto posti letto di osservazione breve: quattro di Cardiologia e 4 di Pediatria.
Adesso però le parole devono coincidere con i fatti, i cittadini di Ostuni e del nord della provincia di Brindisi, si attendono a stretto giro la «riconversione» post Covid ed il riavvio dei lavori della nuova ala secondo un nuovo crono-programma, teso ad ultimare i lavori avviati circa 20 anni fa. È previsto un primo finanziamento, pari a 2.786.858,37, per il completamento del primo piano della piastra che ospiterà Rianimazione (fine lavori per giugno 2023), al quale seguirà un secondo finanziamento (da 3.380.000,00) per il completamento del piano terra che ospiterà Pronto soccorso, Radiologia e sala prelievi (fine lavori ottobre 2023). In sostanza la regione Puglia, ha finanziato il completamento dell’ospedale di Ostuni con oltre 6 milioni. Rimarrà da finanziare solo il completamento del secondo piano destinato ad ospitare il reparto di lungo-degenza e le aree esterne.