CEGLIE MESSAPICA - Completamente svuotato il conto corrente postale di una signora cegliese, raggirata attraverso un sistema di chat e di collegamento alla propria area riservata del tutto identica a quella istituzionale di Poste Italiane.
Tuttavia, non si tratta della classica truffa definita con il termine inglese «fishing» (far abboccare), in quanto, in questo caso, l’organizzazione è andata ben oltre il sistema della messaggistica. La vittima, che ha prontamente denunciato l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Ceglie Messapica, riferisce di una modalità di approccio nella comunicazione ricevuta via messaggio in sintonia con la sua situazione di cliente che non aveva ancora attivato nuovo bancomat.
Avendo già in passato utilizzato la chat di Poste Italiane ed avendone riscontrato un collegamento ad un dato di richiesta non generico, ma collegato ad una sua precisa situazione, ha creduto nella veridicità del messaggio, attraverso il quale è stata condotta successivamente in un ambiente identico, in tutto e per tutto, al sito istituzionale delle Poste Italiane. Il meccanismo (man in the browser) sembra realizzare l’interposizione fra il sistema centrale e il software di navigazione del singolo utente (browser), così da venire propinata all’ignaro truffato una pagina video esattamente identica a quella che il medesimo è abituato a riconoscere in sede di accesso regolare al sito ufficiale. Infatti, la signora, dopo aver fatto alcune registrazioni relative ai propri dati anagrafici, ha atteso sulla propria mail l’arrivo di un codice, attraverso il quale avrebbe dovuto completare le operazioni e finalmente attivare di fatto il bancomat, ma il codice non è mai arrivato. Dopo due giorni, invece, è arrivata la telefonata di un finto, ma cortese e professionale, impiegato delle Poste che a conoscenza delle operazioni effettuate, sottolineava alla signora l’imminente blocco della carta.
La signora, convinta di interloquire effettivamente con un impiegato delle Poste, ha spiegato che non era riuscita ad ottenere il benedetto codice. Così, le modalità di truffa si sono spinte oltre al classico utilizzo del falso link e del portale, perché è stata, poi, convinta a recarsi allo sportello ATM del Poste di Ceglie Messapica dove, attraverso una serie di operazioni di associazione del proprio numero di telefono al conto, avrebbe dovuto sbloccare la situazione. Di lì a poco, invece, è stato il suo conto ad essere prosciugato. Ora, le indagini sono in corso e vedono il coinvolgimento oltre che dei Carabinieri anche della Polizia postale. Sembra che la truffa sia molto più estesa e che abbia riguardato, anche, altre persone del territorio. La signora, che è una professionista cegliese, ha detto: «Sono ovviamente amareggiata per ciò che mi è accaduto, ma ritengo utile far conoscere alla gente le modalità, affinché non ci siano altre vittime di truffa come me».