BRINDISI - L’Amministrazione comunale di Brindisi e la giunta del sindaco Riccardo Rossi vuole a tutti i costi il raddoppio del tributo da pagare sulla revisione periodica delle caldaie domestiche, attraverso i cosiddetti bollini verdi. E così, malgrado il Tar - su ricorso della Confartigianato e dei manutentori - abbia nelle scorse settimane già dichiarato illeggittimo l’esorbitante aumento aumento (pari al 100% della tassa) deciso l’anno scorso, l’esecutivo di Palazzo di cottà non si arrede e ricorre al Consiglio di Stato per far valere le sue ragioni.
Chi ancora una volta rischia di rimetterci sono i cittadini ed i tecnici manutentori i quali, proprio perché consapevoli dell’aggravio di costi rappresentato da una simile decisione per i propri bilanci e per quelli delle famiglie, avevano tentato in tutti i modi - già lo scorso anno - un dialogo con gli amministratori e con i tecnici comunali, al fine di individuare una soluzione che non portasse ad un esborso così esoso. Infatti il famoso bollino acquistabile presso la Brindisi Multiservizi bollino, da applicare dopo il controllo per certificare il corretto funzionamento delle caldaie da riscaldamento domesitico, a febbraio 2021 passò in un colpo solo da 12,50 euro a ben 25 euro. Una decisione che suscitò immediatamente stupore tra i tecnici manutentori, i quali si resero subito conto che di li a poco, quando sarebbe iniziata la campagna di verifica presso le famiglie brindisine, avrebbero dovuto presentare conti molto salati ai cittadini che, al loro volta, si sarebbero trovati dinanzi all’ennesima sorpresa sul fronte tasse. Da qui intentativi di dialogo esperiti dalle associazioni dei manutentori e da Confartigianato Brindisi in particolare, con l’intento di concordare un variazione meno impattante sui costi loro e dei cittadini. Tuttavia non ci fu mai dialogo e la Confartigianato decise di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Lecce il quale - visti i numeri in ballo e la complessità della materia - concesse subito la sospensiva bloccando cautelativamente le nuove tariffe raddoppiate e ripristinando le vecchie, in attesa di pronunciarsi sulla legittimità dell’aumento deciso dall’Amministrazione brindisina. Ma la Multiservizi (delegata dal Comune alla gestione delle verifiche degli impianti) fece ricorso al Consiglio di Stato contro la sospensiva disposta dal Tar, ottenendo l’annullamento della stessa. Così, a partire dal 4 agosto scorso furono ripristinate le tariffe raddoppiate volute dal Comune e la Multiservizi chiese ai tecnici manutentori di recuperare - presso i cittadini che nel frattempo grazie alla sospensiva avevano fatto eseguire i controlli al vecchio prezzo - la differenza necessaria per equiparare le somme previste dalle tariffe raddoppiate. Infine, il 25 febbraio scorso il Tar si è pronunciato accogliendo il ricorso di Confartigianato e dichiarando illegittima la decisione di raddoppiare il tributo da parte del Comune, condannato anche a rifondere le spese di giudizio quantificate in 1.500 euro.
Si sperava quindi la vicenda fosse chiusa, con l’Amministrazione comunale che nel frattempo avrebbe individuato un modo per restituire ai cittadini le somme indebitamente pagate (secondo i giudici del Tar) magari, scalandole dagli importi delle prossime verifiche. E invece, fiduciosi di poter ribaltare la sentenza del Tar, gli amministratori brindisini hanno deciso (legittimamente) di ricorrere al Consiglio di Stato, con inevitabili ulteriori esborsi di denaro pubblico, prolungando l’«altalena» di provvedimenti per i cittadini e per i tecnici manutentori, nella speranza di non dover restituire alcuna somma ai cittadini e di veder rilegittimati gli aumenti del tributo da loro fortemente agognato.