Il Consiglio di classe aveva escluso una studentessa dagli esami di Stato a causa delle troppe assenze, ma il Tar ne ha ordinato l'immediata ammissione alla sessione straordinaria: la sua frequenza ridotta era giustificata da gravi motivi di salute e, in ogni caso, i docenti avevano elementi a sufficienza per poterla valutare positivamente.
La ragazza e la sua famiglia, dopo la lettura dei "quadri", si sono rivolti all'avvocato Paola Dimotoli del Foro di Brindisi, proprio per contestare quell'ingiusta esclusione. Le 365 ore di assenza - il massimo consentito è di 300 - c'erano tutte, così come c'erano anche una grave malattia, diagnosticatale all'inizio dell'anno scolastico scorso, e un profitto ragguardevole (la studentessa aveva sostenuto prove scritte e orali con ottimi voti).
Di qui, poco prima di Ferragosto, il ricorso al Tar per chiedere l'annullamento degli atti da cui era scaturita la "non idoneità" della candidata. L'avv. Dimotoli ha fondato il ricorso sulla corretta interpretazione dell'articolo 14 del Dpr 122 del 2009 (Regolamento Gelmini sulla valutazione degli alunni), che richiede la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale fissato.
Per casi eccezionali, però, la scuola può autorizzare motivate e straordinarie deroghe, come nell'ipotesi di assenze documentate e continuative a condizione, comunque, che non pregiudichino la valutazione. E, difatti, le assenze erano legate alla necessità di affrontare al meglio una seria patologia. In più, comunque l'alunna aveva sostenuto interrogazioni e compiti in classe in tutte le materie con risultati eccellenti.
Pertanto, secondo la tesi del legale, poi sposata dal collegio giudicante (Roberto Michele Palmieri, presidente facente funzioni; Andrea Vitucci e Katiuscia Papi, referendari), la discontinuità di presenza non andava considerata elemento dirimente per non ammettere la studentessa agli esami.
Nel ricorso, dati i tempi ristretti, era stata richiesta una sospensione cautelare degli atti impugnati, ma i giudici hanno optato per una sentenza di accoglimento nel merito. La ragazza, che nel frattempo aveva trascorso l'estate a studiare, ieri si è così seduta tra i banchi per sostenere l’esame. «La vita le ha posto sfide ben più grandi e questa volta la bilancia della giustizia pende dal lato giusto», dichiara l'avv. Dimotoli