BRINDISI - Fascicolo segretato dal pubblico ministero Pierpaolo Montinaro, che ha voluto, in questo modo, mettere un argine all’intrecciarsi di notizie più o meno riservate, come in genere accade nel corso delle indagini giornalistiche, sulla morte di Giovanni Ciccarone, il 50enne ostunese, rimasto fulminato da un colpo d’arma da fuoco, l’altra notte, mentre, con altri complici tentava, di scardinare il bancomat di via Orazio Flacco, a Brindisi della Banca popolare di Bari. Quindi divieto a tutte le parti in causa – difensori, parti offese, periti di ufficio e di parte – di diffondere notizie di alcun genere in merito all’indagine che al momento vede indagati per omicidio colposo, come atto dovuto, i due poliziotti della Volante che l’altra notte sono intervenuti a seguito della segnalazione di quanto stava avvenendo in via Flacco. Proprio perché ci troviamo di fronte ad un atto dovuto ed ancora non è certo che il colpo mortale sia partito dalle pistole di ordinanza dei poliziotti, al momento evitiamo di pubblicare i loro nomi. Peraltro, si era diffusa la notizia della sospensione dal servizio, ma è del tutto infondata perché i due agenti sono in servizio, come è giusto che sia.
Ovviamente totale riserbo anche per quanto riguarda l’autopsia, affidata dal magistrato inquirente al medico legale Antonio Carusi, e conclusa nella tarda serata di ieri. Il medico legale entro novanta giorni dovrà riferire al magistrato inquirente. E così anche il perito balistico, Alessandro Biagini, che dovrà riferire sulla natura del proiettile che ha ucciso Ciccarone. I due poliziotti sono difesi dall’avvocato Giampiero Iaia, i familiari di Ciccarone dall’avvocato Mario Guagliani.
Il colpo mortale per Ciccarone, stando alle indiscrezioni trapelate nelle ore successive al conflitto a fuoco, sarebbe entrato dalla schiena e sembra che abbia coinvolto anche la testa. In pratica sarebbe accaduto che, subito dopo l’arrivo della pattuglia della Sezione volanti, Ciccarone, che imbracciava un fucile, si sarebbe riparato dietro una vettura. Probabilmente aveva esploso un primo colpo, al quale i poliziotti hanno risposto. Fatto sta che tra il gruppo di malviventi (quelli in fuga dovrebbero essere in cinque) e i poliziotti si è scatenato l’inferno. Sulla vettura della Volante sono rimasti i numerosi buchi lasciati dai colpi esplosi dai malviventi in fuga e sui quali, al momento, stando alle scarne indiscrezioni trapelate, non vi è ancora nessuna certezza.
Nella loro folle corsa i malviventi, per liberarsi dei poliziotti che li inseguivano, hanno gettato sull’asfalto dei chiodi a tre punte per far afflosciare le gomme dell’auto della Polizia e svincolarsi dalla loro presa. In effetti così è stato. L’auto della Polizia si è dovuta fermare e i malviventi, a bordo di una Audi A6, hanno fatto perdere le tracce. Unico elemento dal quale muovere le indagini era il cadavere rimasto sul marciapiede di via Flacco. Identificato, le indagini della Squadra mobile si sono indirizzate negli ambienti che Ciccarone frequentava. Un nome di peso nella malavita. I suoi difensori da sempre (prima Aldo e poi Mario Guagliani) erano riusciti a farlo uscire indenne dalle grosse inchieste in cui era finito. Ma Ciccarone era un nome di peso, soprattutto negli anni del contrabbando di sigarette. Era il 2002. Persone che non sono mai state identificate, gli sequestrarono il figlio di pochi anni, che fu rilasciato dopo diverse ore. Allora si parlò di un avvertimento mafioso.