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Xylella, ispettori Ue nel Salento
e il Cnr realizza dispositivo per diagnosticare la malattia

 
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Gallipoli, ecco gli ulivi  che resistono al batterio

Gli ispettori hanno iniziato con sopralluoghi in Valle d’Itria nelle zone di Cisternino e Ostuni per effettuare verifiche sulle azioni di contrasto e contenimento del batterio killer degli ulivi

Mercoledì 30 Maggio 2018, 16:48

BRINDISI - Gli ispettori del comitato fitosanitario permanente dell’Ue si trovano oggi nel Brindisino per effettuare verifiche sulle azioni di contrasto e contenimento del batterio killer degli ulivi, la xylella fastidiosa.
Gli ispettori hanno iniziato con sopralluoghi in Valle d’Itria nelle zone di Cisternino e Ostuni, e poi, accompagnati da personale Arif e della Regione saranno a Torre Guaceto, sulla costa, e successivamente nell’area di Oria e Francavilla Fontana. In mattinata tecnici e commissari Ue hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria del comparto agricolo. In fase di valutazione l’ampliamento della zona in cui effettuare gli interventi di contenimento.

DAL CNR UN DISPOSITIVO PER DIAGNOSTICARE LA MALATTIA - Un dispositivo diagnostico in grado di rilevare in brevissimo tempo e a costi contenuti la Xylella fastidiosa sulle piante di olivo. E’ il lavoro pubblicato su «Scientific Reports», rivista del gruppo «Nature», di un gruppo di ricerca Università del Salento e Cnr Nanotec di Lecce su un prototipo basato su microsensori per la rilevazione del batterio che vive e si riproduce all’interno dei vasi xilematici degli ulivi e non solo.
Il dispositivo sviluppato è un primo importante passo avanti verso la diagnostica sul campo, come valido strumento nelle mani degli esperti del settore per le analisi. Il rilevamento della Xylella fastidiosa, viene solitamente eseguito con tecniche di laboratorio, mentre in questo lavoro, come spiega la ricercatrice del Cnr, Serena Chiriacò, «i metodi tradizionali sono stati confrontati con il nuovo test ottenendo risultati sovrapponibili ma con vantaggi significativi in termini di costi e tempo impiegato per l’analisi».

«Lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche - precisa Andrea Luvisi, ricercatore dell’Università del Salento - rappresenta un’utile risorsa per le azioni di monitoraggio, attività imprescindibile per il contenimento dell’epidemia». Questo lavoro, spiegano gli autori della pubblicazione, è il frutto di una solida collaborazione che ha dato vita ad un team fortemente interdisciplinare composto da patologi e fisiologi vegetali, biologi, biotecnologi e fisici. Il test comprende anche un modulo microfluidico che consente di effettuare l’analisi su piccoli volumi di campione, con prestazioni competitive rispetto ai metodi diagnostici convenzionali, ma con vantaggi di portabilità, l’intero dispositivo misura pochi centimetri quadrati, costi contenuti e facilità d’uso. 

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