BARLETTA - Una via per Sergio Ramelli, ma anche per Benedetto Petrone. Una soluzione che contempla il ricordo di una vittima di destra e di una di sinistra, ma che non ha placato le polemiche. È stato un consiglio comunale lungo e teso quello che, iniziato nel pomeriggio di martedì, si è concluso ben oltre la mezzanotte.
In un aula consiliare che negli ultimi tempi non era mai stata così piena, il pubblico presente, di sinistra, ma anche di destra, ha dovuto attendere le 22 per il via alla discussione dell’ordine del giorno più atteso: quello sulla possibile intitolazione di una strada a Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso a soli 18 anni nel 1975 da estremisti di Avanguardia Operaia.
Lungo è stato il botta e risposta tra maggioranza e opposizione prima di arrivare alla ratifica della delibera che porterà all’intitolazione di una strada per Ramelli, ma anche per Benedetto Petrone, operaio e militante comunista ucciso nel 1977 a Bari da militanti del MSI.
La proposta di modifica all’ordine del giorno originario è arrivata da Riccardo Memeo (FdI) dopo che qualche perplessità sulla possibilità intitolare una strada al solo Ramelli era stata espressa anche dai banchi della maggioranza, ed in particolare da Patrizia Mele (FI) e da Rocco Dileo (capogruppo di Noi Moderati). Alla fine, la delibera, sostenuta anche dal sindaco Cosimo Cannito che è intervenuto con un lunghissimo discorso sulla memoria condivisa e la pacificazione, è stata ratificata con 20 voti favorevoli e con le opposizioni che hanno abbandonato le proprie postazioni per unirsi alla numerosa rappresentanza delle associazioni che si erano battute per il «no» alla strada a Ramelli.
«Abbiamo voluto modificare il nostro ordine del giorno, proponendo l’intitolazione a due vittime delle fazioni opposte, proprio per dimostrare la nostra volontà di riappacificazione. Le opposizioni - ha spiegato il consigliere Memeo - hanno preferito la polemica assecondando il tifo del pubblico in sala. Noi non vogliamo tifosi e non vogliamo che tornino quegli anni». L
a proponente dell’ordine del giorno originario, Stella Mele (FdI) si è detta «soddisfatta e orgogliosa di questo passo che è stato fatto nel nome di quel percorso di riconciliazione di cui questa nazione ha tanto bisogno». Per Mele «accogliere la proposta per Sergio Ramelli non significava fare una scelta di parte ed ideologica, ma ribadire che la democrazia si costruisce nel rispetto delle differenze e della libertà di espressione. Con questo nobile atto abbiamo scelto di essere una società che antepone il rispetto a qualunque idea».
Nonostante la ratifica della delibera, la capogruppo del Pd Rosa Cascella ha annunciato che la battaglia condotta con il supporto di associazioni e comitati, proseguirà. «Avevamo già annunciato che non avremmo accettato nessun compromesso al ribasso ed ora - ha affermato la dem - non ci fermeremo. Ragioneremo con partiti, movimenti, associazioni e tutti coloro i quali ci hanno aiutato. Andremo avanti con la consultazione popolare, raccoglieremo le firme per dire no a questa decisione». Per il capogruppo di Coalizione Civica, Carmine Doronzo le opposizioni «hanno dimostrato di ascoltare la città». «Oltre 50 associazioni - ha spiegato Doronzo - chi chiedevano di non votare la proposta di intitolare una strada a Ramelli e di non accettare compromessi. Qualcuno ha messo sullo stesso piano Ramelli e Matteotti, si è tirata fuori la memoria di Petrone, cui va la nostra vicinanza, ma così non va». Doronzo ha ricordato come fosse stato chiesto al sindaco «di aprire una fase di partecipazione pubblica», ma come questo non sia avvenuto. «Questa proposta - ha chiosato il civico - resta di parte, è una stelletta al petto che qualcuno doveva mettersi rispetto al proprio partito».