BARLETTA - «Le nostre case sono sempre più insicure ed invivibili, chiediamo un intervento concreto e siamo pronti ad attivarci con ogni mezzo consentito per far valere i nostri diritti».
A lanciare il grido d’allarme sono i residenti dei 24 alloggi popolari di via Velasquez 1 a Barletta, nella zona 167.
La vicenda relativa alle condizioni delle case edificate a due passi dall’uscita «Barberini» della strada statale 16 bis si protrae ormai da diversi anni. Gli alloggi di via Velasquez furono consegnati il 16 ottobre 2019 alla fine di un iter lunghissimo. Avviato nel 2010, il processo che porterà poi alla costruzione delle due palazzine trovò il suo primo snodo importante nell’ottobre del 2011.
Fu allora che, in seguito ad un accordo di programma stipulato tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Puglia, furono stanziati a favore del comune di Barletta 3 milioni di euro di fondi statali utilizzati per la realizzazione di 24 alloggi popolari di tre diverse tipologie: due con una metratura di circa 63 metri quadri ed una di circa 48 metri quadri.
La consegna agli aventi diritto (selezionati dal comune di Barletta con apposita graduatoria pubblicata il 13 aprile 2018) avvenne esattamente 8 anni dopo lo stanziamento dei fondi per la realizzazione degli alloggi e rappresentò un momento storico per la città. Prima di allora, infatti, gli ultimi interventi in materia di alloggi e case popolari a Barletta risalivano al 1992-1993. Alla cerimonia di consegna parteciparono anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ed il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito.
Sembrava la chiusura di un cerchio, ma così non è stato. Sin dai mesi successivi al loro insediamento nei 24 alloggi, i residenti hanno cominciato a segnalare problemi relativi soprattutto all’umidità e alle infiltrazioni d’acqua che stanno erodendo i muri degli scantinati, ma anche delle abitazioni. Di qui la preoccupazione e la denuncia di una «totale assenza di interventi da parte delle istituzioni competenti».
«Dopo anni di segnalazioni formali, denunce e proteste - hanno scritto i residenti in una nota - siamo riusciti ad ottenere un incontro a palazzo di città in data 26 marzo 2025, alla presenza dell’assessore all’Urbanistica Pierpaolo Grimaldi e del dirigente Ernesto Bernardini. Nonostante gli impegni ad intervenire celermente per un sopralluogo con un tecnico comunale finalizzato a programmare azioni risolutive, ad oggi non si è visto nessuno».
La situazione descritta dai residenti è drammatica. «Le condizioni delle nostre abitazioni continuano a peggiorare: l’umidità, le infiltrazioni d’acqua, i muri rigonfi e i distacchi di intonaco e mattonelle rendono le nostre case sempre più insicure e invivibili. Abbiamo documentato nel dettaglio la situazione, inviando lettere e fotografie che testimoniano il degrado crescente, ma le nostre richieste di aiuto sono rimaste senza risposta. Siamo stanchi di promesse mai mantenute».
Il timore manifestato dai residenti è che «un evento atmosferico più intenso possa peggiorare ulteriormente la situazione, mettendo a rischio la nostra salute e la nostra sicurezza. Non ci sentiamo tutelati da chi dovrebbe invece garantirci condizioni di vita dignitose». Di qui, la richiesta di «un intervento urgente e concreto». «Se anche questo nostro appello dovesse cadere nel vuoto - hanno chiosato i residenti - siamo pronti ad attivarci con ogni mezzo consentito per far valere i nostri diritti. Non vogliamo più silenzi. Vogliamo fatti».