TRANI - Il sostituto procuratore Francesca Valerio ha disposto l’autopsia sul cadavere del 70enne tranese presumibilmente contagiato da listeriosi, la malattia infettiva che si trasmette principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati. L’uomo è deceduto lo scorso 3 aprile scorso all’ospedale «Vittorio Emanuele II» di Bisceglie. Il pm ha firmato il decreto di disseppellimento della salma. Gli esami saranno eseguiti nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari allo scopo di «verificare se il decesso sia riconducibile alla consumazione di prodotti alimentari» acquistati dall’uomo, pensionato, a metà marzo nel supermercato a marchio Dok di corso Vittorio Emanuele, chiuso al pubblico su disposizione delle autorità sanitarie che hanno proceduto con il sequestro del banco salumeria.
Il provvedimento ha richiamato l’esito di un’informativa che i responsabili del Sian, il Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Asl Bt, hanno inviato alla Procura tranese e dalla quale emergerebbero «gravi indizi di reato». La riesumazione del cadavere è stata perciò ritenuta necessaria per consentire l’accertamento tecnico irripetibile, con la specifica che, a seguito del parere rilasciato dalla consulente del pubblico ministero, «il tempo trascorso dalla morte non osta all’utilità delle operazioni». L’inchiesta in corso dovrà quindi stabilire il legame fra l’infezione dal pericoloso batterio e il precipitare delle condizioni di salute dell’anziano, affetto da alcune intolleranze alimentari. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso della struttura biscegliese con i sintomi dell’intossicazione, poi confermati dalle analisi cliniche, il 70enne è rimasto ricoverato nel reparto di Rianimazione per quasi due settimane ma purtroppo non si è più ripreso. I funerali si sono tenuti il 5 aprile, due giorni dopo la morte, nella chiesa di San Rocco a Trani. La ricostruzione delle ore precedenti all’infezione ha consentito di risalire al consumo di olive nere al forno, acquistate al banco salumi del punto vendita.
Tracce del batterio killer sono state rinvenute negli ambienti dell’esercizio commerciale e negli utensili utilizzati dal personale in servizio, come confermato dalla società Megagest, che controlla il supermercato. «I primi esiti delle analisi interne svolte nell’ambito del piano di autocontrollo sembrano rilevare la presenza della contaminazione in campioni di prodotto sigillati e non ancora commercializzati. Su queste evidenze sono in corso accertamenti ulteriori anche da parte delle autorità» è quanto sottolineato dall’azienda, con la quale sono state rese note la sospensione della vendita delle olive in tutti i negozi della catena e l’interruzione temporanea dell’approvvigionamento dai fornitori potenzialmente coinvolti. Il supermercato di corso Vittorio Emanuele sarà riaperto una volta conclusi tutti i controlli e terminata la completa sanificazione degli spazi. È molto probabile che ulteriori verifiche siano disposte sull’impresa fornitrice del prodotto, con sede a Margherita di Savoia. Le olive nere sono distribuite in contenitori sigillati dal peso complessivo di tre chilogrammi.