BARLETTA - «In piazza Manfredi ci sono numerose persone senza fissa dimora che versano in uno stato di indigenza e assoluta povertà, bisogna intervenire al più presto». A lanciare l’allarme è la consigliera comunale di Coalizione Civica Michela Diviccaro. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, Diviccaro ha sollevato in aula una problematica legata non solo alla zona capolinea degli autobus ma anche ad altre aree del territorio cittadino.
«Piazza Manfredi - ha affermato Diviccaro - è stazione di autobus e snodo turistico di riferimento per la nostra città. Lì, numerose persone, in gruppi variabili, vivono in situazioni di fortuna, totalmente prive di ogni mezzo che le restituisca alla dignità della definizione stessa di persone: senza acqua corrente, senza bagni, elettricità e rete idrica».
Alla luce di questa situazione e facendo riferimento ad un’ordinanza datata 2017 e siglata dall’allora sindaco Pasquale Cascella, nella quale veniva indicato come «dovere del Comune di Barletta individuare nel territorio strutture idonee per l’abitazione e destinarle ai più indigenti e ai senza fissa dimora affinché venisse garantito a ciascuno il diritto all’abitare sano», la consigliera Diviccaro ha chiesto all’amministrazione «che venga individuato un immobile pubblico da destinare a mensa diurna e ostello notturno per le persone senza fissa dimora della città». Inoltre, sono state sollecitate da Diviccaro anche risposte su ogni tipo di iniziativa rivolta a garantire «a queste persone, il diritto ad un’abitazione sicura, consentendo non solo l’accesso a cibo, acqua corrente, elettricità e rete idrica ma, anche, promuovendo un’adeguata igiene personale e una maggiore tutela del loro benessere psico-fisico».
La risposta dell’amministrazione è stata affidata all’assessora al Welfare Anna Maria Riefolo. «Secondo i dati forniti dall’ufficio anagrafe comunale - ha spiegato Riefolo - le persone senza fissa dimora sono complessivamente 171. Si tratta, nello specifico, di 85 persone che vivono per strada e di 86 persone (più precisamente 39 famiglie) che occupano abusivamente un alloggio di proprietà pubblica (Arca, Comune) o un alloggio privato senza avere il titolo giuridico per risiedere. In entrambi i casi non può essere anagraficamente regolarizzata la residenza».
L’assessore ha poi specificato che «28 delle 85 persone che vivono per strada, beneficiano dell’assegno di inclusione e, delle 86 persone che occupano abusivamente alloggi pubblici, 30 beneficiano dello stesso supporto».
Fatta questa premessa, Riefolo ha comunicato la pubblicazione, lo scorso 4 febbraio, di un bando per l’avvio di un «centro notturno di accoglienza per persone senza dimora e in stato di povertà estrema con un totale di 20 posti previsti». In attesa che questo progetto possa trovare compimento, l’assessora ha evidenziato l’importanza della convenzione esistente tra comune di Barletta e Caritas, grazie alla quale vengono garantiti 40 pasti nella mensa di via Cialdini cui va aggiunto il servizio di asporto. Inoltre, sempre in convenzione con la Caritas, è attivo, proprio in via Manfredi, un servizio di accoglienza notturna per 40 persone. Riefolo ha poi illustrato un’altra serie di progetti da realizzare, come quello di una “housing first” (contrasto alla grave marginalità basato sull’inserimento in appartamenti indipendenti), o già in essere come il servizio di fermo posta gestito da Croce Rossa Italiana che «assicura la reperibilità della persona, con particolare riferimento all’accesso alle comunicazioni istituzionali, legate all’esercizio della cittadinanza».
Al netto di progetti realizzati e da realizzare, dal canto suo, Diviccaro ha espresso l’auspicio che si possa intervenire nell’immediato con azioni concrete come la semplice «installazione di bagni chimici» per una maggiore tutela dei diritti di queste persone.