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Canosa, la «Piccola Roma»: ecco 10 buoni motivi per visitare i siti archeologici. Parola di Lino Banfi e del ministro Giuli

 
Floriana Tolve

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Floriana Tolve

Canosa, la «Piccola Roma»: ecco 10 buoni motivi per visitare i siti archeologici. Parola di Lino Banfi e del ministro Giuli

Conferenza al Senato con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e Lino Banfi ospite speciale: «Restare uniti per difendere il territorio»

Giovedì 13 Febbraio 2025, 20:50

Lino Banfi ospite speciale di «VisitCanosa». Nella Capitale a Palazzo Madama illustrati i 10 buoni motivi per visitare Canosa di Puglia: «la piccola Roma», sorta su 7 colli, alla stessa stregua della città Caput Mundi. «Faccio parte di questo territorio, quasi come uno dei suoi vasi. Se si è coesi, si può andare avanti. Canosa la difendo da una vita» ha ammesso l’artista a cui è stato intitolato il foyer del teatro Lembo.

È stato lui l’ospite speciale della conferenza al Senato. Si è parlato di ulteriore promozione e crescita per la sua città, uno dei centri più ricchi di reperti, connotato da oltre 20 siti archeologici, con «gioielli» dell’antichità esposti nei musei di tutto il mondo. Full immersion dal Neolitico al Medioevo, in un territorio che continua a meravigliare per la sua profonda connessione con la storia di ieri intrecciata col contemporaneo. «Un patrimonio immenso. Un modello per il resto dell’Italia» afferma Alessandro Giuli, Ministro della Cultura.

Nella Sala Nassirya c’erano ieri rappresentanti delle istituzioni ed esperti. Focus promosso dal senatore Filippo Melchiorre in collaborazione con la Fondazione Archeologica Canosina, d’intesa con Comune, Provincia, Regione Puglia e MIC. «Si scava ancora a Canosa, altri tesori vengono alla luce, ma è importante tutelare e valorizzare» ha detto Sergio Fontana presidente della onlus. L’operosità avviene in perfetta sinergia tra pubblico e privato. «Quello della Fondazione è un caso più unico che raro in cui i cittadini si auto-tassano per portare avanti la bellezza del proprio territorio» ha sostenuto Fontana evidenziando il contributo alla ricostruzione storica mondiale. Dal Louvre di Parigi al Metropolitan di New York, al Sud America, dove ultimamente è stata allestita la mostra «Forme e colori dell’Italia preromana», Canosa continua a stupire. Sul fattore della bellezza come opportunità di lavoro e come strategia per migliorare le progettualità si sono soffermati l’europarlamentare Francesco Ventola e il sindaco di Canosa Vito Malcangio.

Cavalcando i secoli, VisitCanosa parte con un «Viaggio del tempo» dove si incrociano il Diomede omerico, fondatore della città, l’imperatore Antonino Pio, Medella e Opaka, il vescovo Sabino, il normanno Boemondo d’Altavilla, senza trascurare l’aspetto religioso di una delle diocesi più importanti della Puglia (IV e VI secolo a.C.). L’itinerario prosegue con «le passeggiate archeologiche» scandite dalle età daunia ed ellenistica con San Leucio, le tombe e gli ipogei; l’età romana con mausolei lungo la via Traiana, ponte sull’Ofanto; il periodo tardo antico e paleocristiano e il medioevo con le basiliche, il Battistero di S. Giovanni, le aree cimiteriali, il Castello, la Cattedrale di S. Sabino, il mausoleo di Boemondo. Tra i resti archeologici, frutto di scavi recenti, da ammirare le catacombe di S. Sofia, di S. Pietro, la necropoli di Pietra Caduta. I musei e gli spazi espositivi comprendono il Museo Archeologico Nazionale, il Museo dei Vescovi, l’Antiquarium di S. Leucio, Palazzo Iliceto. Da non trascurare gli eventi culturali, l’affascinante città sotterranea, la rete dei palazzi storici, le tradizioni religiose e la ritualità popolare (la Processione della Desolata e il Presepe Vivente), il paesaggio, il cammino della Via Francigena lungo la Traiana e il gusto del buon cibo.

«L’auspicio è che possa partire un piano di azione che proietti Canosa nel panorama delle mete turistiche più ambite in Italia e all’estero» commenta il Sen. Filippo Melchiorre. «I fondi Pnrr e la recente candidatura della via Appia a patrimonio Unesco diventano rilevanti per concretizzare la fruibilità di questo scrigno del tempo» hanno evidenziato all’unisono Massimo Osanna e Luigi Larocca, rispettivamente Direttore Musei Nazionali e Capo Dipartimento Tutela Patrimonio Culturale del MiC.

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