ANDRIA - In ambulatorio e non più a scuola. Questa la novità introdotta dall’Asl Bt ad Andria, per il servizio di riabilitazione su logopedia e psicomotricità, curato da anni dall’azienda sanitaria e rivolto a circa 300 bambini di famiglie in difficoltà. Una novità che ha colto di sorpresa le stesse famiglie, spiazzate da questa decisione che andrebbe a creare non pochi disagi per loro: uno su tutti il trasporto dei loro bambini al centro di Quarto di Palo, individuato dall’Asl per lo svolgimento del servizio.
Dal momento in cui è stata avviata, questa attività è stata svolta sempre a scuola. Ad essere coinvolti sono i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria, quindi per una fascia d’età che va dai 3 agli 8 anni.
Il malcontento dei genitori è stato esternato con un sit-in davanti alla sede della direzione generale di Andria della Asl Bt.
Alla luce del problema sollevato, sembrerebbe che l’azienda sanitaria possa lasciare le cose com’erano, con il servizio riproposto nelle scuole. «Se la voce che sta circolando nelle ultime ore dovesse essere confermata, sarebbe un bel gesto verso tutta la comunità andriese che usufruisce del servizio di riabilitazione tra le mura scolastiche», spiega il consigliere comunale del Pd, Mirko Malcangi che si è interessato alla vicenda, a sostegno delle esigenze delle famiglie interessate.
«La protesta silenziosa ed elegante delle mamme che la scorsa settimana hanno chiesto certezze sul futuro dei propri figli non deve passare inosservata – aggiunge Malcangi -. Pare ci sia la volontà a voler proseguire questo servizio nelle scuole, in base all’intesa raggiunta giovedì scorso durante l’incontro tra la direttrice del dipartimento di Riabilitazione della Asl Bt e il direttore amministrativo di Quarto di Palo. Ora attendiamo solo l’ufficializzazione».
La soluzione provvisoria è solo l’inizio di una questione che andrebbe comunque approfondita. «Sono convinto che un po’ di buon senso e praticità oltre che, chiaramente, con la predisposizione di tutto quanto necessario, il servizio possa continuare ad essere erogato a scuola – conclude Malcangi -. D’altronde parliamo di attività terapeutiche che non richiedono chissà quali spazi e macchinari, ma semplicemente pochi attrezzi, un ambiente confortevole e personale qualificato. Poi, magari, il servizio potrebbe essere spostato in ambulatorio, ma a partire da settembre 2025, così per consentire alle famiglie di organizzarsi per tempo. Adesso, però, restiamo sempre in attesa di comunicazioni ufficiali, a fronte di un silenzio che non può più essere tollerato. Le famiglie hanno diritto ad essere informate».