Domenica 07 Settembre 2025 | 20:46

Trani, chiuso il «Processo discarica»: tutti assolti gli ex imputati. Il caso risale ad oltre 10 anni fa

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, chiuso il «Processo discarica»: tutti assolti gli ex imputati. Il caso risale ad oltre 10 anni fa

All'epoca fu ipotizzato il pericolo ambientale. Il Comune di Trani, costituito parte civile, aveva a sua volta chiesto un risarcimento di un milione di euro da parte degli eventuali condannati

Mercoledì 19 Giugno 2024, 13:56

TRANI - Nessun atto di appello pervenuto in cancelleria né da parte della Procura della Repubblica di Trani, né per mano della Procura generale presso la Corte d’Appello. E così, da ieri, la sentenza del Tribunale di Trani in merito al cosiddetto «Processo discarica» è passata in giudicato e le assoluzioni diventate definitive.

È quello che non solo speravano, ma ragionevolmente attendevano tutti gli ex imputati del procedimento penale, per i quali la pubblica accusa aveva formulato richieste di condanna da un minimo di uno a un massimo di 3 anni. Mentre il Comune di Trani, costituito parte civile, aveva a sua volta chiesto un risarcimento di un milione di euro da parte degli eventuali condannati.

Ed allora tutti ufficialmente assolti i non più imputati fra ex sindaci, amministratori, dirigenti e funzionari comunali e regionali (Giuseppe Tarantini, Luigi Nicola Riserbato, Pina Chiarello, Giuseppe De Simone, Giuseppe Affatato, Antonello Antonicelli, Giuseppe Tedeschi, Giuseppe Maestri, Caterina Di Bitonto, Pasquale e Pietro Elia Abaticchio, Fancesco Sotero, Francesco Di Toma, Pasquale Sorrenti, Antonello Ruggiero, Antonio Peluso, Domenico Angiolella e Michele Zecchillo, quest’ultimo nel frattempo deceduto) perché i fatti non sussistono o per non averli commessi, oltre due sole prescrizioni.

Secondo la tesi dell’accusa (il pubblico ministero che istruì l’indagine fu Michele Ruggiero, cui nel procedimento sarebbe subentrato il collega Francesco Tosto), l’assenza di un impianto di captazione del biogas avrebbe determinato un eccesso di presenza del materiale all’interno della discarica, con la conseguenza di un’enorme pressione che determinava l’uscita di percolato senza controllo da alcune tubazioni, ma anche, e soprattutto, la spinta verso i bordi della discarica e quindi la concreta possibilità che sia stato proprio quello il motivo dell’incidente alla base della dispersione di percolato in falda che causò la chiusura della discarica il 4 settembre 2014. Per la pubblica accusa sarebbe stato concreto anche il rischio di un’esplosione.

Il Tribunale penale di Trani in composizione collegiale (presidente Corvino, a latere Pedone e Ruggeri), nella sentenza dello scorso primo febbraio, ha escluso la configurabilità dei reati contestati, «in quanto la dispersione di biogas non ha mai manifestato alcuna anomalia, il superamento di livelli di sostanze chimiche nei pozzi è da ricondurre ad una situazione puntuale e prontamente affrontata ed il pericolo di esplosione non risulta provato in alcun modo. A fronte di ciò - conclude -, appare superfluo evidenziare come nessuna delle condotte omissive, dedotte in imputazione, possa essere posta in rapporto di casualità con i fenomeni evidenziati».

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