TRANI - Prendevano di mira le signore anziane i due presunti rapinatori arrestati dalla Polizia di Stato di Trani. Nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla Procura della Repubblica. Tre gli episodi contestati ai danni di altrettante vittime. Le indagini, coordinate dalla Procura e svolte dal Commissariato di Trani, sono giunte alla loro identificazione attraverso l’analisi di numerosi filmati dei sistemi di video-sorveglianza pubblici e privati, che li immortalavano. Prima avevano osservato e monitorato le vittime da colpire, poi avevano eseguito il reato. Infine la fuga, sempre a bordo della stessa auto, intestata ed in uso esclusivo ad uno dei due rapinatori.
Si tratta di due pregiudicati barlettani, uno catturato a Barletta, (l’altro a Motta di Livenza, in provincia di Treviso). La tecnica sempre la stessa: dopo aver individuato la potenziale vittima, la seguivano a bordo della vettura, uno dei due scendeva dalla macchina, l'afferrava per il collo e, dopo averle strappato gli oggetti in oro, fuggiva a bordo dell'auto dove, ad attenderlo, vi era il complice. Si tratta di pregiudicati barlettani, nei cui confronti sono state raccolte prove ritenute sufficienti ed inequivocabili circa il coinvolgimento nell’esecuzione di tutti gli episodi contestati. Uno dei due malviventi, è stato riconosciuto quale autore solitario della rapina commessa a Barletta ai danni di una agenzia di scommesse, stavolta senza l’ausilio del complice delle precedenti rapine né della vettura, ma a mano armata, a piedi e con il volto coperto da un passamontagna: in quella occasione, dopo essere penetrato all’interno dell’agenzia, sotto la minaccia di una pistola rivolta verso due addetti, si era impossessato dell’incasso della giornata, fuggendo a piedi.
Il gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso il provvedimento cautelare, eseguito da agenti del Commissariato di Trani e dalla Squadra Mobile della Questura di Treviso e del Commissariato di Barletta. Ora si trovano in carcere a San Severo e a Treviso
