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Barletta, incursione di cinghiali sul lungomare Mennea: sale l'allarme

 
Michele Piazzolla

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Michele Piazzolla

Barletta, incursione di cinghiali sul lungomare Mennea: sale l'allarme

È l’ennesimo avvistamento. I tre animali girovagavano alla ricerca di cibo tra i rifiuti abbandonati

Domenica 05 Novembre 2023, 13:26

BARLETTA - C’è un’altra emergenza ambientale a Barletta, che desta non poche preoccupazioni: le incursioni di cinghiali nel territorio.

Sono di qualche giorno le immagini e i video ripresi da alcuni cittadini circa la presenza di tre cinghiali sul lungomare Mennea, praticamente in fondo alla litoranea nel tratto a ridosso dell’intersezione con la strada delle Salinelle.

Gli ungulati erano in branco e passeggiavano lungo la strada alla ricerca di qualcosa, sicuramente cibo fra i cespugli e sotto le palme, prendendo di mira soprattutto alcune buste di rifiuti abbandonati.

Non si hanno certezze da che parte provenissero. Ma è logico ritenere che siano sbucati dalle campagne a nord del versante costiero, quello a ridosso della zona perimetrale che porta alla foce dell’Ofanto, sino a salire verso l’interno. E comunque ci sono testimonianze che riferiscono come le incursioni di cinghiali siano frequenti. Per fortuna, pare che avvengano nelle ore notturne.

Difatti, spesso la mattina sono state trovate tracce e segnali del loro passaggio che, in alcuni casi, si è trattato di devastazione dei luoghi, anche in maniera tale da procurare danni all’ambiente.

È evidente che i cinghiali si spingono sul litorale alla ricerca di cibo che spesso trovano proprio nei rifiuti abbandonati oppure negli arenili lungo la strada delle Salinelle.

I PRECEDENTI - Diverse in questi ultimi anni le segnalazioni sulla presenza di cinghiali.

Avvistati sempre nella zona della strada che imbocca verso le Salinelle. Inoltre, lo scorso 6 settembre - ricordiamo - è stato ritrovato sulla spiaggia - sempre a Ponente - un cinghiale spiaggiato. Sul luogo intervenne la capitaneria di porto per far luce su una circostanza davvero strana.

Accertamenti che, nonostante l’intervento dell’Istituto Zooprofilattivo di Foggia, non hanno chiarito le cause del ritrovamento in quel contesto.

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