TRANI - Una storia che si può scrivere e raccontare solo grazie alla prontezza di chi ha saputo strappare letteralmente dalla morte un bimbo di appena due anni.
Un vero e proprio «angelo - poliziotto in terra, con un sorriso che non dimenticherò mai e mai smetterò di ringraziarlo».
Poteva essere di ben altra narrazione il racconto che scriviamo. Provate a visualizzare, solo per un istante, il visino cianotico del piccolo Leone - bimbetto meraviglioso tranese - che improvvisamente qualche giorno fa «non riusciva più a respirare dopo aver fatto un piccolo boccone».
Mamma Caterina, con gli occhi ancora segnati da un momento che porterà per sempre nel suo vissuto, trema ancora quando ricorda quei momenti. Ma il dolore e lo spavento sono compensati dalla gioia che ha provato quando Leone «ha ripreso a piangere e a vivere».
«Francamente quello che ho vissuto con il mio compagno Onofrio è qualcosa che non auguro a nessuna mamma e a nessun papà. Trovarsi da un momento all’altro in una situazione che ti vede quasi impotente di fronte alla morte di tuo figlio è un evento terribile. Se posso raccontare questa storia devo dire il mio grazie più affettuoso al mio dirimpettaio di casa a Trani Sante Scaringi, per tutti affettuosamente Dino sovrintendente capo della Polizia, in forza all’Ufficio Uigos del commissariato di Barletta, che con la sua umanità e professionalità è riuscito a tenere in vita mio figlio Leone».
Mamma Caterina guarda negli occhi Onofrio e il piccolo Leo e quasi piange.
«Eravamo a tavola e avevamo preparato da mangiare per il nostro bambino un pezzo di salsiccia tagliato in maniera molto fine così come fatto tantissime altre volte. Purtroppo però, e non riusciamo ancora a capire che cosa possa essere accaduto, questa volta la carne gli si è fermata in gola. Il bimbo si è quasi bloccato e abbiamo capito che qualcosa non andava per il verso giusto. Non nascondo che sia io che il mio compagno siamo a conoscenza della manovra di Heimlich (tecnica di primo soccorso per rimuovere un’ostruzione delle vie aeree di cui parliamo nel box accanto) da effettuare in questi momenti. Ma, pur tentando, non cambiava nulla. A quel punto ci siamo fiondati sul pianerottolo dal nostro dirimpettaio Dino che quella mattina sebbene si stesse preparando per accompagnare sua figlia all’altare dovendosi sposare, immediatamente e senza perdere un attimo ha preso il nostro bambino lo ha stretto a sé e con la manovra di Heimlich ha letteralmente riportato in vita nostro figlio».
Continua: «La gioia che ho provato quando ho visto mio figlio cambiare colore e ascoltare il suo pianto è stata più forte di quando è nato. Vorrei ancora una volta dire grazie immensamente a Dino per averci salvato il bambino». Caterina, prima di congedare il cronista vuole lanciare l’appello, «È indispensabile essere pronti in queste circostanze. Ho sperimentato che non è affatto facile e io sono la dimostrazione del fatto che purtroppo non sono stata capace di compiere correttamente l’operazione. Quindi vorrei dire a tutte le mamme, a tutti i papà e a coloro che sono a contatto con i bambini di approfondire attentamente questa manovra, compiuta con naturalezza dal signor Dino. In verità ho già ho parlato con la mia amica Anna e andremo dal nostro pediatra per affinare la tecnica».