BARLETTA - Arriva al capolinea l’inchiesta sul decesso di Luigi Riefolo, l’operaio 60enne travolto da una pala meccanica nel cantiere della Timac Agro Italia Spa, grossa azienda di fertilizzanti, il 15 ottobre 2021.
Il pubblico ministero della procura di Trani Roberta Moramarco ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di Pieluigi Sassi, 57 anni, datore di lavoro delegato dalla Timac peresso lo stabilimento di Barletta; Pier Luigi Paparella, 45enne di Barletta, legale rappresentante della Costruzioni SP Srl; Domenico Dell’Aquila, 47 anni, di Bisceglie, dipendente di un’agenzia interinale e utilizzato dalla Timac per condurre la pala gommata che ha travolto e ucciso l’operaio.
Il magistrato annovera come responsabili anche le due aziende, nei confronti delle quali vengono contestati illeciti di natura amministrativa.
La vittima lavorava presso la Costruzioni Sp come addetto alle pulizie industriali, e si trovava nel cantiere della Timac in virtù di un contratto d’appalto d’opera sottoscritto dalle due società. Stando a quanto ricostruito, il 60enne stava raggiungendo a piedi il reparto di granulazione quando è stato investito e schiacciato dal una pala meccanica, condotta da Dell’Aquila. A conducente la procura contesta di essersi messo alla guida del mezzo utilizzando lo smartphone e di aver proceduto «ad una velocità non adeguata allo stato dei luoghi». Si fa riferimento anche alla scarsa visibilità ed al fatto che il lavoratore non fosse stato dotato di abbigliamento ad alta visibilità.
Nello specifico, Sassi risponde di non aver previsto un piano di Viabilità o un Piano organico di Prevenzione in cui indicare lo schema delle vie di percorrenza dell’opificio. In particolare, avrebbe omesso di posizionare la segnaletica orizzontale e verticale, senza prevedere percorsi differenziati per pedoni e mezzi motorizzati. Anche in considerazione del fatto che il reparto di granulazione sarebbe stato dotato di un’unica entrata, tanto per i pedoni quanto per i mezzi, con la saracinesca sempre aperta e priva di segnalatori optoacustici. Avrebbe infine messo a disposizione del personale deputato alla guida dei mezzi uno smartphone funzionante, collocato sul veicolo. Paparella, invece, non avrebbe cooperato con la Timac per quanto riguarda le misure di prevenzione.
Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive per mezzo degli avvocati Francesco Salvi, Francesco Bruno, Elisabetta Mastrotaro, Rinaldo Alvisi, Francesco Chiariello e Antonio Mariano Capuano.
I familiari della vittima, invece, sono rappresentati dagli avvocati Mauzio Altomare, Luigi Peschechera, e Cosimo Damiano Curiello.