TRANI - «Ho detto a mia figlia di non uscire più con collane, braccialetti ed orecchini. E la stessa cosa sto facendo io: abbiamo paura». Si sfoga così una cittadina, la signora Patrizia, particolarmente impressionata da quanto sta avvenendo ultimamente in città con frequenza sempre più ricorrente. Il riferimento è a rapine, tentate o consumate, ai danni di passanti da parte di uno o più gruppi specializzati in questa pratica criminale. Non possiamo neanche più chiamarle baby gang, perché quelle sono avvezze ad altri tipi di attività come il danneggiamento del patrimonio pubblico o il bullismo. Qui, invece, siamo in presenza di veri e propri sodalizi organizzati che, per quanto piccoli, paiono sempre più ramificati sul territorio ed in grado di colpire chiunque ed in qualsiasi momento.
Secondo i racconti più precisi, nonché da quanto si apprende con riferimento ad altre vicende simili di cui si è a conoscenza, i protagonisti delle rapine sarebbero sempre e soltanto giovani di età non superiore ai 25 anni, che agiscono con freddezza e capacità organizzativa tale da svanire nel nulla sia se hanno portato a termine la rapina, sia se non vi sono riusciti. Negli ultimi due giorni altrettanti sono i racconti circostanziati da cui emerge che due giovani sono stati avvicinati, minacciati e, almeno in un caso, malmenati perché cedessero denaro ai loro assalitori: nella prima circostanza la vittima ha preferito salvare la propria incolumità consegnando di buon grado ai malviventi i contanti che aveva con sé; nel secondo ha provato ad opporre resistenza ed è finito per terra con la sua moto elettrica e la flight case montata sul retro.
Infatti si tratta di un rider, che in quel momento era al lavoro per consegnare cibo a domicilio, ovvero di ritorno dopo averlo fatto: lui i soldi li ha trattenuti, ma ne è uscito malconcio senza peraltro sporgere denuncia. Il fatto è avvenuto all’incrocio semaforico fra corso Imbriani e corso Italia. Il fattorino era fermo al rosso ed veniva avvicinato da una vettura dalla quale scendevano due ragazzi che gli intimavano di consegnare loro i soldi di cui era in possesso: al suo rifiuto volavano calci e pugni, il rider riusciva in qualche modo ad evitare il peggio, poco dopo i suoi aggressori fuggivano via senza alcun bottino e lui ha preferito chiudere la vicenda così, leccandosi le ferite ed evitando di recarsi in commissariato o caserma: avrà pensato che i malviventi avrebbero potuto facilmente riconoscerlo con quella moto, quel cubo portavivande e quel brand aziendale.
Il giovane che invece ha consegnato il denaro si trovava nei pressi del passaggio a livello. Dinamica pressoché sovrapponibile: un’auto gli si affianca, due giovani ne scendono e gli si avvicinano. Uno dei due ha le mani in tasca, facendogli comprendere di essere forse armato. Di fronte a tale atteggiamento la vittima non si scompone, estrae il portafoglio e lo cede loro: i malviventi tirano via i contanti e gli lasciano documenti e carta di credito, poi raggiungono l’auto del complice e svaniscono nel nulla. Altri episodi sono avvenuti negli ultimi giorni in corso Italia, ancora in corso Imbriani e piazza Indipendenza. I gruppi potrebbero essere più di uno.
Le forze dell’ordine sembra abbiano un quadro abbastanza chiaro della situazione, e presto potrebbero chiudere il cerchio intorno ai responsabili, magari coglierli in fragrante. Di certo, la paura serpeggia in città e la percezione di sicurezza, nonostante gli sforzi di dotare le forze dell’ordine di sempre più personale e risorse, torna ad abbassarsi. Trani e la Bat fanno ancora fatica sul fronte dell’ordine pubblico, e questi nuovi reati predatori rischiano nel frattempo di oscurare i ben più notori furti d’auto da primato nazionale, e che risultano persino in esponenziale aumento come rilevato nell’ultimo rapporto rilasciato dal distretto della Corte d’Appello con riferimento al circondario del Tribunale di Trani.