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Barletta, il capoclan Disalvo lascia il carcere

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

Barletta, il capoclan Disalvo lascia il carcere

«Tucchett» posto ai domiciliari per motivi di salute

Sabato 03 Dicembre 2022, 11:09

BARLETTA - Torna agli arresti domiciliari il noto capoclan barlettano Disalvo Ruggiero, alias Tucchett, dopo aver patito un lungo periodo di reclusione, perché ritenuto a capo di un clan mafioso operante nel settore del traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’indagine, denominata “Operazione Gargano”, che ad agosto del 2019 aveva portato al suo arresto, deriva da un’attività investigativa, effettuata sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Bari, a carico di numerosi soggetti, operanti sul territorio pugliese, con propaggini operative transnazionali; un’organizzazione ben strutturata ed organizzata finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, provenienti dall’Olanda. Fulcro centrale dell’intero assetto associativo era stato individuato in un trafficante manfredoniano, storico esponente della criminalità garganica, al quale, secondo le indagini dell’antimafia barese, si sarebbe rivolto il pregiudicato Disalvo per i relativi approvvigionamenti. In riscontro dell’ipotesi investigativa erano state individuate anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, a seguito delle quali Disalvo, nell’ambito di altro procedimento penale, era stato tratto in arresto e condannato nel giugno del 2017, poiché trovato in possesso di diverse dosi di cocaina. Tale circostanza, unitamente ad attività di intercettazione telefonica ed ambientale svolta nell’”Operazione Gargano”, aveva indotto il Gup del Tribunale di Bari, a febbraio del 2020, a condannare il Disalvo a 14 anni di reclusione, ritenendolo capo e promotore del sodalizio dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Pena successivamente ridotta in grado di appello a nove anni di reclusione. Ad oggi il processo pende dinanzi la Corte di Cassazione, cui la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Raffaele Dibello, ha fatto ricorso contestando il ruolo di capo e promotore dell’associazione, valorizzando, nel contempo, la recente assoluzione dal delitto di detenzione a fini di spaccio di cocaina relativa ad un episodio del giugno 2017.

Nell’occasione Disalvo venne trovato in possesso di 20 dosi di cocaina - l’arresto scaturì dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia - rimediando in primo grado un anno e otto mesi di reclusione. In appello la difesa ha sostenuto che si trattava di un modico quantitativo, destinato ad uso personale. L’assoluzione potrebbe avere una importante ripercussione nel giudizio di Cassazione: tanto perchè la condanna a 9 anni di reclusione si basava sul fatto che le dichiarazioni del collaboratore di giustizia fossero attendibili.

Ora la Corte di Appello di Bari ha ritenuto incompatibili col regime carcerario le sue precarie condizioni di salute, e, in accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Dibello, ha autorizzato la concessione degli arresti domiciliari.

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