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Barletta, l'ex stazione teleferica nel degrado tra miseria e rifiuti

 
Giuseppe Dimiccoli

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Giuseppe Dimiccoli

Barletta, l'ex stazione teleferica nel degrado tra miseria e rifiuti

Lì, negli ultimi anni, hanno trovato la morte due «dimenticati», ma nulla è cambiato

Venerdì 02 Settembre 2022, 13:02

BARLETTA - Un luogo che non ha pace. Un luogo dimenticato dalle istituzioni ma che tuttavia ancora ospita i dimenticati.
La modalità è ben visibile nelle immagini che pubblichiamo. Miseria e rifiuti sono i «pilastri della casa» di chi - specialmente in questo periodo dell’anno, ma non solo - arriva da terre lontane per lavorare in campagna e trova un rifugio. Ma, questo è il minino, se si considera che l’ex stazione teleferica a Ponente è sempre più l’immagine reale della «sardinizzazione dei poveri» descritta con carità cristiana dal comboniano dal cuore d’oro Padre Alex Zanotelli nel suo imperdibile libro Korogocho. Alla scuola dei poveri». Insomma quello che padre Alex scrive per il Kenya è ben sovrapponibile a Barletta. Un luogo immerso nel degrado. Quella stazione, in verità, è stata già la «casa della morte» di due disperati. Ma nonostante questo non è cambiato nulla. Anzi. Tutto è come sempre.

Per fare in modo che le istituzioni non dimenticassero le tragedie, lo scorso 22 febbraio fu posizionata da parte dell’Ambulatorio popolare una targa con questo scritto: «In ricordo di una persona da non dimenticare Saki Ahmed Khzazra (Marocco) 01 -01 1974 // Barletta 15 - 02 - 21».
Ma vi è altro. Infatti tra quelle mura di infinita disumanità era morto oltre ad Ahmed Saki, cittadino marocchino di 47 anni, anche - nel 2014 - Dris N’Barki, 55 anni, anche lui proveniente dal Marocco.
In un paese civile e attento agli ultimi, indipendentemente dalla provenienza, dal colore della pelle e dal credo religioso, «la casa della morte» sarebbe diventata «casa della vita e della accoglienza». Eppure, nonostante quei due decessi quel luogo versa, ancora, in un pessimo stato. Quasi indescrivibile. Nulla è cambiato. Anzi tutto è peggiorato.

Le finestre e porte che furono murate a metà luglio del 2015 dal Comune di Barletta ora sono più che spalancate. E, pertanto, non sono pochi coloro che - loro malgrado - si rifugiano in quel posto. L’opera, progettata e realizzata nel 1955 dall’ex Amministrazione dei Monopoli di Stato al fine di velocizzare il trasporto dalla vicina città di Margherita di Savoia al porto di Barletta di 175 tonnellate di sale all’ora attraverso i piloni posti sui 13 km di distanza, fu dismessa nel 1981 a causa delle notevoli spese di manutenzione che indussero a privilegiare il trasporto su gomma. Ecco la beffa finale: A marzo del 2021 il Comune di Barletta ha partecipato al programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, bandito dal Mit (Ministero dei Trasporti), candidando anche nell'ambito Settefrati il «Recupero e riutilizzo della Sottostazione della Teleferica sulla litoranea di Ponente Pietro Mennea». Evidentemente di un’altra città.

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