Le campagne della Bat nel mirino di bande specializzate in furti di rame. Ma non solo. Impianti fotovoltaici, cavi e centraline degli impianti eolici e persino parte delle tubature in metallo dei pozzi e dell’irrigazione.
Predoni organizzati, che agiscono di notte in almeno tre o quattro. Volti coperti, attrezzi da scasso tra le mani, si muovono nel buio con padronanza, da esperti e ben a conoscenza dei sistemi di controllo o di sorveglianza installati negli impianti presi di mira. Pronti alla fuga anche a mani vuote se scoperti ma prossimi anche a riprovarci persino nella stessa giornata.
Episodi di questo tipo se ne stanno registrando ogni giorno nell’agro della provincia di Barletta Andria Trani, facendo salire la tensione nelle campagne già devastate da una crisi che sta mettendo in ginocchio un importante settore economico del territorio.
Il raid L’ultimo della lunga serie di assalti proprio la scorsa notte, alle prime ombre della sera in zona Minervino. Bersaglio: una pala eolica, o, più probabilmente, la parte elettronica ed elettrica, cavi e fili di rame. Un bottino che forse solo apparentemente non giustificherebbe nemmeno tanta organizzazione, visto che negli ultimi tempi il rame è sempre più quotato al mercato nero.
Ad introdursi nella zona del parco, due persone con il volto coperto. I due hanno cercato di raggiungere la porta di ingresso della pala, spostando persino una telecamera esterna e riuscendo ad aprire la porta. Guadagnato l'ingresso, hanno staccato l’alimentazione della pala e spento l’impianto elettrico. Cosa volessero fare a quel punto è chiaro ma i due malviventi non ne hanno avuto il tempo perchè sono stati disturbati dal rumore dell’arrivo di due pattuglie della Vegapol che, allertate dalla centrale operativa grazie ad un sofisticato impianto di videosorveglianza, hanno raggiunto il parco in pochi minuti, precedendo di pochi minuti anche i carabinieri.
La porta è stata trovata dai vigilanti chiusa ma, dopo qualche tentativo, si è aperta facilmente: insieme agli evidenti segni di forzatura e la manomissione di alcune centraline relative ai sistemi di protezione, in realtà non si sono registrati altri danneggiamenti. Né furto di alcunché. Inutile si è rivelato il piantonamento della pala per evitare che i malviventi, se restati all’interno, potessero essere bloccati e identificati.
Dei due non è stata trovata traccia: erano già fuggiti, ma questo non esclude che possano tornarci. E anche presto. Così è accaduto la scorsa settimana in un impianto di pannelli fotovoltaici nella zona tra Andria e Montegrosso. Un doppio episodio di tentativo di razzìa in un parco di pannelli fotovoltaici nella zona di Andria. «Doppio» perché tentato due volte a distanza di ventiquattr’ore. È accaduto ad Andria, in contrada Rivera, dove ignoti hanno provato a mettere a segno due furti nel grande impianto fotovoltaico, gestito da privati: una risorsa “pregiata” ed abbondante di rame per i malviventi. Almeno tre soggetti - tutti incappucciati - si sono introdotti nell’area dei pannelli fotovoltaici ma sono stati scoperti dalle Guardie Campestri.
Dopo meno di 24 ore, un altro episodio e sempre nella stessa zona di contrada Rivera. E questa volta le immagini di videosorveglianza hanno ripreso ben sei soggetti scavalcare la recinzione. Anche in questo caso l’intervento delle Guardie Campestri ha messo in fuga i malviventi: secondo gli uomini del Consorzio autonomo si è trattato dello stesso gruppo criminale che ha tentato il furto nelle ore precedenti.
Zona Barletta Nel fine settimana è invece toccato ad un impianto della zona di Barletta. La segnalazione alla sala operativa della Vegapol, dal sistema avanzato di videosorveglianza: quattro persone, con viso travisato vengono riprese mentre, scavalcando un punto ben studiato della recinzione del fotovoltaico in agro di Barletta, entravano nella struttura. Immediato l’arrivo sul posto di due autopattuglie che, oltre ad avvisare le forze dell'ordine, giungevano sul posto insieme a tre pattuglie dei carabinieri. I quattro ignoti malviventi, sorpresi, sono riusciti a dileguarsi per le campagne circostanti senza asportare nè, fortunatamente, danneggiare nulla.
Un esempio eccellente collaborazione fra forze dell’ordine, gli istituti di vigilanza, e di utilizzo di tecnologie nuove e avanzate. «Sono quelle che fanno la vera differenza, consentendoci di poter essere tempestivi e soprattutto di poter rilevare in tempi utili situazioni di attacco rapido» dicono gli uomini della vigilanza. La differenza l’ha fatta una serie di cam esterne e un sofisticato sistema antintrusione. Insomma: la tecnologia per difendere le campagne e combattere i ladri di “tecnologie” ma soprattutto di cavi e rame.