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Canosa, rischia di crollare l'Arco di Traiano

 
Redazione Nordbarese

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Canosa, l'Arco Traiano ora splende di notte

L'Arco di Traiano

Sos per salvare lo storico monumento dedicato all'Imperatore, ubicato all’interno di un vivaio in periferia, gravemente ferito dalle infiltrazioni d'acqua

Giovedì 24 Febbraio 2022, 13:40

CANOSA (BAT). L’arco di Traiano cade a pezzi. Il monumento dedicato all’imperatore che volle far passare la nuova grande via di collegamento dell’Impero romano da Canosa di Puglia rischia di crollare da un momento all’altro.

L’ultimo cedimento strutturale una porzione angolare della mensola avvenuto a novembre del 2021, un masso di diversi chili caduto dalla parte più alta del monumento. L’area è stata delineata con nastro segnaletico. «Rappresentava la porta massima, non nel senso più comune legato alle mura urbane, ma in senso simbolico dava l’accesso e l’uscita per la città. Da qui passava la via Traiana che rappresentò per Canosa e per tutto il territorio una grande ricchezza. Infatti il senato locale decise di erigere l’arco a monumento in onore dell’imperatore Traiano», racconta Sandro Sardella storico e curatore del museo dei Vescovi.
La via Traiana fu costruita nel secondo secolo dopo Cristo, epoca a cui risale l’arco, e collegava Benevento a Brindisi. Di importanza strategica per i commerci, sulle sue basole successivamente passarono anche i soldati templari e i carri che trasportavano il sale estratto dalle saline di Margherita di Savoia.

Rimase attiva per tutto il Medioevo e in una piccola parte anche in età moderna, quando ormai quasi impercorribile fu sostituita sulla cartina geografica dalla strada regia delle Puglie ideata nel Cinquecento dalla corona d’Asburgo e poi ultimata due secoli dopo dai Borbone per attraversare il regno di Napoli.

«L’arco era circondato dai grandi mausolei funerari delle famiglie nobili di Canosa», prosegue lo storico. I resti di un mausoleo sono ancora visibili all’interno di un terreno confinante all’area su cui fu edificato l’arco. Rientra in una delle tante zone, sia pubbliche sia private, ancora non esplorate che nel sottosuolo nascondono verosimilmente tracce del passato. L’arco di Traiano originariamente con ogni probabilità era costituito da un basamento, una trabeazione e un attico ad arrivare a un’altezza di 13 metri circa. È a fornice con una sola grande apertura e ricorda nella sua conformazione gli archi trionfali romani che venivano spesso costruiti per celebrare una vittoria in guerra.

A differenza di questi ultimi l’arco di Canosa di Puglia è formato da materiali maggiormente deteriorabili nel tempo. «Diversamente dai monumenti imperiali di Roma non è realizzato sia all’interno sia all’esterno di laterizi. Al suo interno c’è un nucleo in pezzame di tufo slegato unito a tufina, quindi la struttura è fragile. I mattoncini in terracotta visibili all’esterno sono solo una facciata che a suo tempo era rivestita di marmi. Non essendoci più i marmi, le infiltrazioni d’acqua attraverso le fughe dei mattoncini stanno procurando gravi lesioni», sottolinea Sardella.

Attualmente il monumento all’imperatore Traiano si trova all’interno di un vivaio alla periferia della città. «Una cinquantina di anni fa fu realizzata un’area industriale all’interno di un parco archeologico. Avremmo dovuto trovare il monumento in un contesto isolato dal resto dall’area privata, ma fu data la concessione di poterlo tenere all’interno. Va precisato che il proprietario dell’area permette l’accesso ai visitatori ogni giorno. Lo ha curato in passato eliminando l’erba spontanea», continua Sardella. La situazione strutturale è davvero grave. Tante sono state le segnalazioni. «Se la struttura non verrà salvata al più presto, potrebbe succedere di perderla. Questo - conclude - è gravissimo perché la storia è davvero passata da qui».

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