Trani - Tanto tuonò che piove. E sarebbe stato davvero meglio che su quel terreno fosse caduta tanta acqua, perché avrebbe spento molto prima il rogo. Invece dobbiamo parlare di un vasto incendio, pressoché annunciato come illustreremo più avanti, che si è diffuso per una considerevole estensione sul terreno compreso fra via Astor Piazzolla e via Giuseppe Palmieri, di proprietà della Azienda servizi alla persona (ex casa di riposo) Vittorio Emanuele II.
L’area, che si estende per ben 40.000 metri quadrati, è rimasta incolta a dispetto dell’ordinanza sindacale che disponeva aratura e bonifica di tutti i terreni a rischio incendio entro lo scorso 15 giugno.
Già il Comune di Trani ha realizzato i suoi interventi con ritardo rispetto alla tabella di marcia, che il sindaco stesso aveva dato a privati ed enti pubblici (quindi anche a se stesso), ma aveva ugualmente proceduto attraverso la sua azienda partecipata Amiu. Il terreno di Capirro, però, non è rientrato in quell’intervento poiché l’Asp Vittorio Emanuele II è un organismo (ex Ipab) di fatto dipendente della Regione Puglia e non dal Comune di Trani. Nel frattempo, però, le stoppie erano cresciute a dismisura e soltanto sabato scorso la Gazzetta si era soffermata diffusamente sulle conseguenze che avrebbero potuto determinare qualora fosse sorto un incendio: detto, fatto, a distanza di soli tre giorni, l’altra notte il rogo è divampato.
A dare l’allarme, alle 23.10 dell’altro ieri, il gestore del centro sportivo adiacente il terreno: sul posto, guidati da una pattuglia della Polizia locale, i vigili del fuoco con un numero considerevole di autobotti grazie alle quali hanno domato le fiamme già prima della mezzanotte.
Ma questo è stato possibile anche grazie al fatto che la serata era, per fortuna, quasi per nulla ventosa: diversamente il fuoco si sarebbe potuto facilmente propagare e raggiungere sia il centro sportivo, sia il circolo Sporting Club, sia ville abitate.
Sempre nei giorni scorsi un cittadino che abita proprio di fronte a quel terreno, in qualità di portavoce di tutti gli altri residenti, aveva segnalato alla Prefettura lo stato di abbandono di quel fondo, che sarebbe potuto risultare a rischio incendio.
Il vice prefetto Grandolfo, condividendone le preoccupazioni, aveva a sua volta scritto a sindaco, assessore all’ambiente e comandante della Polizia locale chiedendo di informare tempestivamente il Palazzo del Governo in merito ai provvedimenti adottati e programmati a tutela della pubblica e privata incolumità. Interventi che restano da attuare, poiché l’incendio ha interessato una parte limitata del fondo, che è ancora gravemente a rischio incendio.
Alla base del mancato intervento, l’assenza pressoché totale di fondi nelle casse di una ex casa di riposo che ormai, a tutti gli effetti, è una scatola vuota con un commissario straordinario (che la regge per l’ordinaria amministrazione) nella persona dell’avvocato Anna Curci.
Le disponibilità economiche sono quasi pari a zero, mentre consistenti appaiono quelle immobiliari, tutte da alienare in tempi e modi ancora non meglio definiti: fra queste, l’area di Capirro è decisamente la più importante e di valore.
Della sua vendita si parla addirittura da un quarto di secolo a questa parte: infatti era il 1995 quando, sotto l’egida del sindaco Giancarlo Tamborrino, pareva imminente la sua alienazione ai fini della costruzione di una nuova casa di riposo.
Sfumata quella operazione, nulla è più accaduto, mentre nel 2014 la casa di riposo ha chiuso e, con quella, sono terminate in breve tempo le risorse disponibili.
Tanto è vero che oggi, con riferimento ad un’altra importante unità immobiliare di proprietà della Asp presso Palazzo Trombetta in piazza Longobardi (la cui intera ristrutturazione è tuttora in corso) il Comune di Trani sta agendo in danno della stessa Asp per i lavori nell’appartamento di sua proprietà, confinante con altri di proprietà comunale.
Quanto al terreno, il commissario Curci fa sapere che «il Comune si era impegnato a bonificare una parte del terreno». Al contrario il sindaco, Amedeo Bottaro, anticipa «l’esecuzione in danno anche qui, anche se si tratta del terreno di estensione più ampia fra tutti quelli su cui siamo intervenuti».