ANDRIA - «Noi siamo invisibili per questo Governo: le scuole paritarie e le scelte delle famiglie valgono pochissimo». Non si placa l’allarme già lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha raccolto le preoccupazioni di famiglie, alunni e docenti delle scuole paritarie a fronte di una situazione economica che ne pone a rischio la stessa sopravvivenza.
Don Adriano Caricati, direttore di pastorale della scuola per la diocesi di Andria, interviene per ricordare quanto sia difficile la situazione anche a livello locale: «Per Andria i problemi sono molto seri, soprattutto per i nidi e le scuole dell’infanzia nel nostro Comune, dopo la dolorosa questione della convenzione saltata a seguito del piano di riequilibrio, e con una situazione di contenziosi non ancora chiusi oppure se chiusi non ancora liquidati, secondo gli impegni presi dall’Ente locale. Seconda questione, i nidi: mai considerati nelle misure economiche di ripresa dalla crisi sanitaria. Infatti, i buoni di conciliazione maturati al 31 marzo non sono stati erogati così come la cassa integrazione non ancora erogata ai dipendenti. La Didattica a distanza, pur rimanendo l’unica via percorribile – aggiunge don Adriano - ampiamente utilizzata con grande fantasia ed impegno da parte del personale che, generosamente, ha continuato a tenere i contatti con i genitori ed i bambini, è stata di fatto discriminante, soprattutto per le difficoltà tecnologiche delle famiglie e per le difficoltà di carattere sociale ed economico che ha impedito ad alcuni l’accesso alla rete ed ai dispositivi, non forniti agli alunni iscritti alle paritarie. Tra l’altro, gli istituti paritari non hanno la possibilità di mettere in Cassa Integrazione i propri docenti, dal momento che il servizio educativo continua, in molti casi, a essere garantito a distanza. Un’ultima questione: alle rette sospese da marzo non ha fatto fronte nessun contributo Miur per il sostegno delle spese generali di gestione delle strutture».
Per don Adriano «il Covid-19 rischia di causare la chiusura di circa il 30% delle scuole paritarie, sia laiche che religiose, se il governo non interverrà in maniera adeguata. Le scuole dell’infanzia e gli asili nido a correre il rischio maggiore. La questione dovrebbe destare preoccupazione, a tutti i livelli, perché le paritarie svolgono, soprattutto nella fascia 0-6 anni, un rilevante ruolo di supplenza e di copertura della insufficiente rete dei servizi a diretta gestione statale. Le stime parlano di metà delle scuole dell’infanzia paritarie a rischio chiusura. Questo sarebbe uno squilibrio che neppure un’Italia senza Coronavirus avrebbe potuto permettersi, figuriamoci nel mezzo di questa crisi. Al momento il decreto Cura Italia si è preoccupato delle scuole paritarie in modo piuttosto timido. Il Decreto “Rilancio” non prevede misure adeguate. Per fare un passo avanti, lo Stato potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di aumentare in modo consistente gli sgravi fiscali in vigore per le famiglie che scelgono l’opzione paritaria – magari con una condizionalità sul pagamento delle rette – oppure istituire un fondo ad hoc. Le famiglie e gli studenti necessitano di risposte chiare ben prima di settembre. Ogni scuola paritaria vanta decine di unità di personale che potrebbero ritrovarsi senza lavoro nel giro di qualche mese, dopo la crisi sanitaria ed economica».