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Cava Pozzelle, «zitto e paga», quando il consiglio non fa domande

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

Area Cave Pozzelle

E nella seduta del Consiglio del 9 dicembre 2019 tutti zitti, tranne Grimaldi

Lunedì 27 Aprile 2020, 11:44

BARLETTA - Se vi chiedono il pagamento di un debito, prima di adempiere, cercherete con ogni probabilità di capire da quale atto o fatto ha avuto origine. Se vi rispondono che quel debito, ancorché non previsto e magari non conosciuto, deriva da una sentenza pronunciata in nome del popolo italiano, dopo l’iniziale sorpresa, cercherete quantomeno di saperne di più.

Il debito - Ecco, tutto questo non vale per il consiglio comunale di Barletta. Riconosce e paga il debito senza porsi eccessivi «perché». Tanto paga Pantalone, cioè i cittadini-contribuenti. Anche e soprattutto perché forse le domande possono essere «pericolose» e magari uno può acconciarsi a che quel debito (peraltro fuori bilancio) non sia foriero di altre ancor più negative conseguenze. Vediamo cosa è successo.

È quanto pari pari accaduto durante la seduta di consiglio comunale celebrata il 9 dicembre 2019. Come da tradizione più che consolidata, non mancano all’ordine del giorno i debiti fuori bilancio che l’assemblea è chiamata a riconoscere o meno. In una prima stesura del programma dei lavori ve ne sono tre. Un ordine del giorno aggiuntivo ne aggiunge in extremis un quarto: «Riconoscimento e presa d'atto debiti fuori bilancio derivante da sentenza n. 620/19 - Avvocatura».

Cosa dice la sentenza numero 620/19? È la decisione pronunciata il 13 febbraio 2019 dalla terza sezione del Tar Puglia e notificata il 26 agosto dello stesso anno al Comune di Barletta, in forza della quale la società Col-Ma Coltivazione Marmi srl di Trani ha visto accogliere la sua richiesta di «correzione cartografia» del Piano regolatore vigente a Barletta, in modo da poter procedere all’ampliamento della cava esistente in località Pozzelle dall’attuale ettaro (1) ai progettati undici (11).

Le carte non date. Il debito del Comune, data la soccombenza nella controversia in cui neppure è comparso, ammonta complessivamente e 1.521 euro, così come da relazione del dirigente del Servizio comunale Contenzioso e Legalità, dott. Savino Filannino. Il quale dirigente, prima di segnalare il «quantum», annota: «L’Amministrazione comunale non si costituiva nel giudizio a seguito del mancato riscontro da parte del Dirigente Settore Edilizia Pubblica e Privata (l’arch. Donato Lamacchia, ndr), della nota inviata il 25.09.2018, prot. n. 69768, con la quale l’Avvocatura Comunale trasmetteva copia del ricorso notificato in data 21.09.2018 dalla Col-Ma srl».

E, quindi, «l’Avvocatura Comunale, in mancanza della relazione e della documentazione relativa al giudizio introdotto dal soggetto privato richiesta al Settore Edilizia, non era posta in condizione di approntare ogni forma di difesa in giudizio dell’ente, anche in considerazione della natura del ricorso proposto per la declaratoria di illegittimità ed il conseguente annullamento del silenzio inadempimento formatosi sull’istanza di invito alla conclusione del procedimento di rettifica cartografica, notificata a mezzo pec in data 17.05.2018, per il quale alla data della notifica del gravame si era già incontestabilmente consumata l’inerzia dell’amministrazione».

L’inerzia  - Sull’avvenuto «consumo incontestabile dell’inerzia dell’amministrazione comunale», ci sarebbe molto da dire, visto che il consiglio comunale avrebbe potuto validamente ed efficacemente deliberare anche allora sulla causa da cui discendeva il debito (ed il Tar non aveva ancora nominato il commissario ad acta), nonché anche successsivamente alla nomina dell’ing. Amedeo D’Onghia (notificata il 25 febbraio 2020 al Comune) fino all’atto del suo insediamento, lunedì 9 marzo 2020.

L’indifferenza - Ma quel che fa rimanere senza parole è l’indifferenza pressoché assoluta (con la sola eccezione del consigliere Pierpaolo Grimaldi), per quel che accade in aula verso la fine della seduta del 9 dicembre dello scorso anno, dopo la stringata presentazione del punto da parte del’assessore al Bilancio, Gennaro Cefola: «Raramente - dice - non ci siamo costituiti innanzi al Tar Puglia, questa volta è accaduto per un malinteso con il Settore edilizio. Non è arrivata per tempo la documentazione per contrastare la domanda del ricorrente per cui abbiamo subito una duplice condanna: un obbligo di fare e abbiamo 90 giorni per adempiere e, ovviamente il pagamento delle spese legali che ammontano a 1000 euro. Oggi siamo qui per il debito fuori bilancio che riguarda le spese legali che ammontano a 1000 euro». Meglio: 1.521 euro complessivi, come abbiamo visto prima.

L’unico ad intervenire è il consigliere Grimaldi: «Credo - attacca - che non sia più possibile che accadano certe cose. Sindaco, premesso che avrei gradito la presenza dei dirigenti, perché quando parliamo dei soldi dei cittadini è giusto che i dirigenti siano presenti. Che cosa è accaduto in questa causa? È accaduto che c’è un procedimento di ottemperanza, cioè bisogna cambiare una linea cartografica perché è stato rilevato un errore materiale. Il punto è venuto in Consiglio nel febbraio del 2018, ma non è discusso perché viene meno il numero legale. La Giunta dell’epoca dà un indirizzo politico preciso ad aprile del 2018, dice che è giusto che si faccia la modifica cartografica: si faccia un accordo transattivo con il ricorrente, purché rinunci al ricorso in modo tale da far risparmiare anche le spese legali del primo giudizio e di questo giudizio».

Ancora: « Noi stiamo pagando 1.500 euro perché l’Ufficio ha deciso che non bisognava rispondere. Ma vi dico di più, l’informazione che volevo dall’Ufficio è un’altra: il Tar ci ha dato da agosto, data di notifica, 90 giorni per adempiere. Voglio sapere se è stata fatta la modifica e sapete perché sto chiedendo questo? Perché se si fa di nuovo la nomina di istanza del commissario ad acta la procedura la pagheremo ancora noi. Io voglio sapere per modificare una linea cartografica quanto deve spendere il Comune di Barletta? Io dal dirigente del settore vorrei una risposta ed io gradirei, sindaco, che lei intervenga su queste cose, perché so che lei ci tiene tanto ai soldi dei cittadini e lo ripete ogni volta che noi siamo qui per l’interesse dei cittadini e sto parlando a nome dell’intera commissione perché abbiamo verificato questa cosa. L’abbiamo vista assieme ai colleghi componenti e abbiamo deciso di fare questo intervento affinché si possa intervenire su queste che sono brutture perché dieci situazioni all’anno come questa ci costano 100 mila euro».

E poi: «Non è la prima volta che si verificano, lei ricorderà che sono già intervenuto su un argomento del genere con il precedente segretario generale perché alla fine noi diamo anche il premio di produttività ai dirigenti che sono premi economici, ma nel frattempo siamo condannati a spendere 5, 6, 7 mila euro perché l’Ufficio è fermo. Faccia, sindaco, un intervento sul dirigente affinché ottemperi su questa sentenza nel tempo più breve possibile, onde evitare che subiamo un altro ricorso e un’altra condanna alle spese. Grazie».

Preveggente Grimaldi. L’«intervento» invocato non c’è stato, il Comune ha pagato per il suo silenzio inerte e senza difesa in giudizio.

La votazione - Parteciparono in 23 a quella seduta del 9 dicembre 2019: 20 furono i voti favorevoli (il sindaco Cannito, Dicorato, Rizzi, Bufo, Adelaide Spinazzola, Massimo Spinazzola, Michele Maffione, Dicataldo, Losappio, Grimaldi, Mazzarisi, Mele, Memeo, Marzocca, Antonucci, Dimonte, Damato, Lionetti, Dipaola, Dileo), 3 gli astenuti (Giuseppe Basile, Coriolano, Laforgia), 10 gli assenti (Flavio Basile, Carone, Cascella, Delvecchio, Divincenzo, Doronzo, Filannino, Rosanna Maffione, Mennea, Quarto).

Poi - è storia di questi giorni - è arrivato anche il commissario ad acta, che ha deliberato con i poteri del consiglio comunale autoimbavagliatosi con cura e presto arriverà in aula un nuovo esborso sotto forma di debito fuori bilancio per ricompensare l’opera svolta in contraddizione all’indirizzo politico sbandierato tardivamente ed inefficacemente dai consiglieri comunali, sindaco in testa lo scorso 22 aprile.

Tutto semplicemente ...geniale, se non fosse avvilente per una città che vuol definirsi tale e per l’interesse pubblico.

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