Sabato 25 Ottobre 2025 | 16:37

Trani, il Tribunale del Lavoro «sfrattato»: la nuova sede è un rebus

Trani, il Tribunale del Lavoro «sfrattato»: la nuova sede è un rebus

 
Nico Aurora

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Nico Aurora

Trani, il Tribunale del Lavoro «sfrattato»: la nuova sede è un rebus

Deserta la gara, avviata la trattativa per restare a Palazzo Nigretti

Sabato 25 Ottobre 2025, 13:41

L’edilizia giudiziaria del circondario di Trani da decenni vive sul filo del rasoio per l’insufficiente capienza complessiva delle sedi in cui si amministra la giustizia. La situazione, tuttavia, è peggiorata alcuni mesi fa, quando la Sezione Lavoro e l’Ufficio del Giudice di Pace del Tribunale di Trani hanno ricevuto un avviso di sfratto da Palazzo Nigretti, loro sede attuale in via Cavour.

La situazione è sembrata precipitare dopo che la manifestazione d’interesse, indetta dal Ministero della Giustizia per trovare una nuova sistemazione, è andata deserta: nessun proprietario di immobili ha risposto al bando, forse non avendo spazi di quel tipo disponibili, o forse semplicemente disinteressandosene.

Ma questo passaggio a vuoto, paradossalmente, ha rimesso in moto le diplomazie. Infatti, è attualmente corso una trattativa diretta tra il sindaco, Amedeo Bottaro, e la proprietà, per ridefinire il canone d’affitto con l’obiettivo di mantenere i servizi in via Cavour fino al completamento di Palazzo Carcano, in largo Vincenzo Caruso, destinato ad ospitare entrambe le sezioni.

Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Trani, Francesco Logrieco, ha commentato lo stato dell’arte confermandone l’urgenza: «Allo stato, da dicembre 2024 c’è uno sfratto e i rapporti di locazione sono terminati». Ma la figura apicale del Foro di Trani esprime ottimismo sul dialogo in corso: «Mi consta che ci sono degli approcci, delle interlocuzioni con la proprietà dell’immobile per addivenire ad una congrua rinegoziazione nel rapporto».

Questa intesa, secondo Logrieco, sarebbe un «passo molto importante che consentirebbe di risolvere il problema nell’attesa del completamento di Palazzo Carcano, previsto entro tre anni». Il presidente ha rimarcato l’assoluta necessità di scongiurare lo sfratto esecutivo, poiché l’interruzione di un servizio pubblico fondamentale come il Tribunale del Lavoro e il Giudice di Pace sarebbe «molto deprimente».

la RIFORMA Interpellato sulla riforma che dal 1° settembre 2015 ha posto a carico del Ministero della Giustizia la manutenzione e la gestione degli immobili giudiziari, Logrieco ha espresso un bilancio critico, spiegando che la decisione di accentrare la gestione dell’edilizia giudiziaria «ha reso incredibilmente difficile risolvere situazioni locali come questa. Se ci fosse stata ancora possibilità di un’interlocuzione diretta da parte della dirigenza dell’ufficio - osserva Logrieco -, si sarebbe risolto in una settimana, e non in mesi. Peraltro, a 500 chilometri di distanza è difficile capire quali siano le vere necessità locali».

il procuratore Anche il procuratore della Repubblica, Renato Nitti, ha confermato che, per quanto riguarda Palazzo Nigretti, «è stata avviata l’opzione con la proprietà e ciò potrebbe consentire di avere una soluzione ponte rispetto all’ultimazione dei lavori su Palazzo Carcano. L’obiettivo è lasciare Palazzo Nigretti solo dopo la redistribuzione degli uffici giudiziari in maniera organica e razionale nella nuova sede».

Il capo dell’ufficio di Procura ha espresso critiche sulla riforma che ha centralizzato le competenze di gestione al Ministero, «perché lascia noi, procuratori e presidenti degli uffici giudiziari, in grande difficoltà. Non abbiamo potere di spesa e dobbiamo rivolgerci al ministero, che assegna importi estremamente limitati per fronteggiare le necessità. Ad esempio, il ministero fornisce dotazioni informatiche solo per il personale amministrativo e i magistrati, lasciando scoperti gli appartenenti alle sezioni di polizia giudiziaria e i tirocinanti e quindi costringendo gli uffici a riutilizzare i computer».

Nitti ha concluso sottolineando il suo doppio ruolo: non avendo un dirigente amministrativo, deve svolgere sia le funzioni di procuratore, sia di dirigente amministrativo, «un «compito gravosissimo che aumenta le difficoltà quotidiane di gestione del personale e delle strutture».

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